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Slovacchia: vince la famiglia ma avanza la dittatura gender

Con 102 voti a favore da parte dei 128 deputati presenti, 18 contrari e tre astenuti, il Parlamento di Bratislava ha approvato l’emendamento alla Costituzione slovacca, che sarà modificata introducendo un passo che definisce il matrimonio come ”l’unione di una donna e di un uomo’. La notizia, è salutata negativamente dai mezzi di comunicazione. Cosa hanno fatto di così terribile? La politica slovacca ha riconosciuto come elemento fondamentale della società il matrimonio tra un uomo e una donna. Subito gli oppositori, hanno attaccato, mettendo in ballo le solite accuse di mancanza di civiltà, di uguaglianza, di diritti, di rispetto per le persone gay. Un noto scrittore diceva che l’ultime battaglia umana, non sarà combattuta nei campi, ma nella mente degli uomini. Affermare la naturalità dello sviluppo umano, è diventato un reato. Essere a favore di una particolare legge, non significa essere contro qualcuno o qualcosa. Negli ultimi mesi, in Europa abbiamo assistito a degli episodi molto preoccupanti. L’aggressività delle lobby LGTB, con il conseguente indottrinamento gender, ha provocato non poche forme di discriminazione contro chi sostiene la famiglia naturale. Il linguaggio usato per colpire e creare avversione contro chi non si allinea al politicamente corretto, è un fenomeno abbastanza preoccupante. Sono ripetute poche parole che riescono ad incidere nell’opinione pubblica, creando un immaginario collettivo virtuale e non reale, con conseguenze catastrofiche. Ecco i termini usati dai mass media: “ha approvato un controverso emendamento alla Costituzione slovacca, che sarà modificata introducendo un passo che definisce il matrimonio…”; “i diritti sono uguali per tutti”; “i miei diritti valgono più dei tuoi”, “difendere la famiglia naturale è omofobia”; “le tue parole hanno contenuto omofobo”; “non si discute sui diritti dei gay perchè sono discriminati”; “differenza=razzismo”; “sei razzista e fascita”; “discriminazione sessuale”; “parità di genere”; “non esiste la famiglia”; “i bambini sono un diritto”; “proteggiamo i minori dai cattivi genitori con l’adozione”; “rimuovere ogni forma di discriminazione”; “segnali forti contro l’omofobia”; ecc…

Ad esempio, ecco come si organizzano i gruppi lgtb, per segnalare e chiudere le pagine con la compiacenza di facebook? la vittima designata è la pagina “no ai matrimoni gay”. L’autrice del gesto è ben visibile. Servono altre prove per dimostrare che si organizzano sul web per mettere a tacere chi non la pensa come loro? Altro esempio: in Italia, l’avvocato Cerrelli, deve essere accompagnato dalle forze dell’ordine per tenere le conferenze nelle varie città. Per non parlare dell’attacco liberticida nei confronti di Adinolfi. Unilateralmente FB, ha tolto dal profilo personale note il capitolo due del libro “voglio la mamma” che trattava del matrimonio omosessuale. Andando più indietro, la giornalista Costanza Miriano, in un primo momento invitata a tenere presso la università dei big, una conferenza. I vertici fecero sapere che non si poteva svolgere. Poi dopo le dure contestazioni, la conferenza si è potuta tenere. Gli ultimi avvenimenti che hanno coinvolto le sentinelle in piedi di Siena e Lecce, hanno il sapore di intolleranza. Chi ha paura del silenzio? Chi ha paura di un uomo-donna-giovane, in piedi dentro una piazza con un libro in mano e la candela accesa ai piedi? Le inammissibili offese e provocazioni che hanno subito dimostrano quanto vi sia un clima intollerante e liberticida nei confronti della famiglia che con il DDL Scalfarotto aumenterà: chi la pensa diversamente dai militanti gender non ha diritto di parola. Commenta il parlamentare Andrea Caroppo: “sono fermamente contrario al DDL Scalfarotto non solo perché è inutile (il Codice Penale tutela già ogni persona da qualunque forma di violenza, minaccia e ingiuria anche quelle compiute con finalità di odio), ma soprattutto perché, non definendo cosa debba intendersi per “omofobia” e “discriminazione”, lede gravemente il diritto costituzionale alla libertà di espressione e di educazione col rischio di condannare chiunque si dirà favorevole al solo matrimonio tra uomo e donna o contrario all’adozione di bambini da parte di coppie formate da persone dello stesso sesso o, come è accaduto in altri paesi, indosserà una maglietta con il disegno di una famiglia eterosessuale. Ebbene, quanto avvenuto ieri a Lecce in occasione della manifestazione delle Sentinelle in Piedi non solo prefigura quanto accadrà se il Parlamento approverà questo DDL, ovvero che chi la pensa diversamente dai militanti gender non ha diritto di parola, ma rivela tutta la portata ideologica, liberticida e intollerante delle minoranze che lo invocano. E’ inammissibile che persone che manifestano nel modo più civile e garbato possibile, in silenzio, immobili e leggendo un libro, vengano letteralmente “aggredite” da gruppi LGBT organizzati che con provocazioni e offese impediscono il regolare svolgimento di una manifestazione autorizzata in spregio a qualunque regola democratica. E doversi dolere della assenza di forze dell’ordine a tutela di un diritto costituzionalmente garantito, rende ancor più evidente ove ve ne fosse ancora bisogno che oggi ad essere discriminati e vilipesi – anche quando stanno in silenzio – sono proprio coloro che sostengono le ragioni del diritto naturale e della famiglia. Mi auguro che le Sentinelle possano continuare ad esprimersi e il Parlamento tutto dar ascolto a loro”. Deve far paura il clima creato da questi nostri fratelli lgtb. Durante le manifestazioni gay non ho visto oppositori disturbare cortei. E nemmeno ho sentito insulti. Dire di non essere d’accordo, è una scelta democratica. Rispettiamo gli altri. Altrettanto devono fare loro.

La vera discriminazione l’ha compiuta il sindaco di Roma, Marino, il quale si è rifiutato di appoggiare la marcia per la Vita. Ma ha dato il suo sostegno al gay pride. La democrazia deve appoggiare tutte le manifestazioni. E’ iniziata una lotta ideologica tremenda. Commenta un amico: “Sono arrabbiati perché non riescono ad essere persone normali, ma non sono neanche omosessuali, perché un omosessuale vero, non si comporterebbe come loro. Da fastidio che l’essere etero sia considerata la normalità, perché loro vivono nell’ ipocrisia”. Ecco alcuni esempi di tolleranza lgtb: “È sempre omosessualità. Taci verme, è questione di pochi anni e la dittatura eterosessuale che avete imposto per anni crollerà. E magari i figli e le figlie di cui tanto vi preoccupate un giorno verranno a dirvi “mamma, papà, sto insieme con una persona del mio stesso sesso da parecchi anni e vorremmo sposarci”. Vi derido perché siete errori della natura, pedine a cui hanno fatto il lavaggio del cervello servendosi dell’analfabetismo di ritorno e della religione. Ma durerà poco, si sa, l’umanità continua ad evolversi e chi rimane indietro è destinato ad essere escluso.Arrivederci, ho cose più importanti da fare che tentare di far ragionare un ignorante diseducato”. Senza commento! Come già sapete si sta discutendo in Senato il decreto legge sull’ omofobia. Questo disegno di legge viene presentato come necessario per fermare atti di discriminazione nei confronti di persone con tendenze omosessuali, ma il nostro ordinamento giuridico punisce già qualunque atto di violenza o aggressione nei confronti di qualsiasi persona. Il disegno di legge Scalfarotto invece ha delle conseguenze gravissime sulle libertà fondamentali dell’uomo ed è anche contro la nostra Costituzione in quanto impedisce il libero esercizio della libertà di pensiero. Con questo disegno di legge è considerato omofobo: • chiunque affermi pubblicamente che la famiglia naturale è fondata sull’unione tra un uomo e una donna • chiunque si esprima pubblicamente come contrario al matrimonio tra persone dello stesso sesso • chiunque sia contrario all’adozione di un bambino da parte di coppie formate da persone dello stesso sesso Soltanto esprimendo la propria opinione, con questo disegno di legge si rischia di essere denunciati e di finire in carcere.

Riporto la traduzione di un articolo apparso nel sito Inergroup on LGT Rights, a sfondo ideologico, per combattere l’approvazione del matrimonio uomo-donna in Slovacchia. Leggete bene le parole per comprendere l’indottrinamento a cui siamo esposti: “I parlamentari slovacchi degli schieramenti SMER (socialdemocratici) e KDH (cristiano-democratici) hanno votato per definire ‘il matrimonio come un ‘legame unico tra un uomo e una donna’ nella Costituzione. Il Partito SMER ha accettato la richiesta del partito di opposizione KDH in cambio del loro sostegno per la riforma giudiziaria. 102 parlamentari hanno votato a favore della modifica costituzionale, mentre 18 hanno votato contro. Il Partito SMER temeva che la proposta di riforma del sistema giudiziario avrebbe incontrato una dura opposizione. Per questo motivo sono è nato l’accordo con i conservatori votando a favore della richiesta di riconoscere come unico il matrimonio tra uomo e donna. La modifica non permetterà in futuro l’approvazione dei matrimoni ugualitari. L’emendamento vieta di fatto l’uguaglianza del matrimonio. La nota esplicativa precisa: “non sarà possibile conferire a qualsiasi altro tipo di unione, i diritti fondamentali del matrimonio uomo-donna”. La nota costituzionale sarà più severa nell’approvare qualsiasi altra unione di coppie dello stesso sesso al di fuori del matrimonio naturale. Le due forze politiche hanno volutamente evitato il dibattito pubblico sulla questione. Le discussioni tra SMEr e KDH, si sono svolte a porte chiuse, senza nessuna udienza pubblica. Ai parlamentari degli altri partiti è stata consegnata una copia della modifica costituzionale poche ore prima della discussione avvenuta il 27 maggio. Il Co- presidente dell’Intergruppo LGTB Ulrike Lunacek, ha reagito con il seguente comunicato: “l’emendamento non difende il matrimonio. Il suo unico scopo è quello di limitare i diritti delle coppie gay e lasbiche. Esso avrà conseguenza per tutte le altre forme familiari con genitori single o coppie non sposate. Ulrike, si è detto costernato dal risultato della votazione, effettuata in modo antidemocratico. Questo dimostra quanta paura SMER e KDH avevano del dibattito pubblico, che avrebbe sicuramente provocato una forte protesta”. Michel Cashman dell’Intergruppo LGTB, ha aggiunto: “l’uguaglianza è un elemento che caratterizza una società civile e inclusiva”.

Di seguito il testo in inglese: “Today, Slovak MPs from SMER (Social-Democrats) and KDH (Christian-Democrats) voted to define marriage as a ‘unique bond between a man and a woman’ in the Constitution. Ruling party SMER agreed to the demand of opposition party KDH in exchange of their support for a judicial reform. Slovak flag102 parliamentarians voted in favour of the constitutional amendment, while 18 voted against. Ruling party SMER feared their proposal for a reform of the judiciary would meet opposition, and courted social conservatives by adopting one of their long-time demands. The Constitution was amended to make marriage equality less likely in the future.This amendment seeks to go further than banning marriage equality. Its explanatory referendum specifies that “it will be impossible for the rights and duties associated with marriage to be conferred in any way other than a legally recognised union between a man and a woman”. Although only in an explanatory memorandum, the statement seeks to outlaw any form of union for same-sex couples. The two parties purposedly sought to avoid public debate. Discussions between SMER and KDH took place behind closed doors; no public hearing took place; and MPs from other parties were handed a copy of the agreed amendment just hours before its discussion in committee, on 27 May. Ulrike Lunacek MEP, Co-President of the LGBT Intergroup, reacted: “This amendment doesn’t ‘defend’ marriage; its sole purpose is to limit the rights of lesbian and gay couples. It will have consequences for all other forms of families, like single parents or unmarried couples.” “I am dismayed by the outcome of the vote, as well as the undemocratic way this backroom deal was struck. This shows how afraid SMER and KDH were of a public discussion—and quite rightly. A public debate would have provoked a loud protest against such a backward move.” “I will show my solidarity by taking part in Bratislava Pride on June 28th.” Michael Cashman MEP, Co-President of the LGBT Intergroup, added: “Equality is a defining element of a civilised and inclusive society.” “While in many countries, Social-Democrats were a defining force in fostering equality for all, in Slovakia SMER decided to work with arch-conservatives to populist ends. It’s a disgrace, and they should be ashamed of trampling the very values they claim to defend.” di DonSa

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