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Siria: l’impegno dei Maristi nella città di Aleppo

I Maristi attivi per acqua, istruzione e cura dei feriti. E accusano l’Occidente: “Se rifugiati disturbano, la prossima volta pensate prima di scatenare una guerra nel loro paese”

Aleppo - Siria



“Ad Aleppo manca l’acqua e gli aleppini hanno avuto molta sete e molto caldo quest’estate. Ciò non è avvenuto a causa della siccità o della diminuzione del livello dell’Eufrate. La stazione di pompaggio esiste sempre, non è stata distrutta. I serbatoi e i bacini sono pieni. L’acqua che vi si trova è tutti i giorni dispersa nella natura piuttosto che essere pompata nelle tubature d’acqua della città. Noi siamo così rimasti in balia delle bande armate che hanno deciso di lasciarci senz’acqua (con 40 gradi all’ombra) per numerose settimane”. La denuncia di quanto sta avvenendo ad Aleppo, in Siria – che ricalca quanto affermato dall’arcivescovo dei caldei, mons. Antoine Audo – giunge dai Maristi della città di Aleppo al sito Aiulas.org.

Nella lettera si racconta delle lunghe file di attesa “davanti ai rubinetti alimentati dai pozzi che esistono nei giardini pubblici, nelle chiese e nelle moschee, per poter riempire bidoni, bottiglie e secchi”. Si spiega poi che “per risolvere questo problema le autorità non hanno trovato altra soluzione che realizzare un programma di perforazione di 80 pozzi, che con i pozzi già esistenti, potessero soddisfare il fabbisogno minimo d’acqua di una popolazione di due milioni di abitanti. Aleppo è diventata una groviera, per quanti pozzi sono stati scavati e gli aleppini cominciano a dimenticare cosa sia l’acqua corrente dato che devono andare a cercare l’acqua nei pozzi. Un anno fa per questo stesso crimine, in molti avete protestato e così anche i media. Oggi, con la ripetizione del crimine, esso è diventato banale nessuno ne parla più”.

Oltre all’acqua, ad Aleppo “manca l’elettricità”. I maristi denunciano che “non ci viene fornita; anzi occasionalmente un’ora al giorno. Due anni fa, quando l’avevamo 4 ore al giorno, avevate protestato contro questi gruppi armati alleati dei vostri Governi che interrompevano intenzionalmente la fornitura di elettricità. In seguito le cose sono peggiorate ma non se ne parla più, perché è divenuto banale e ordinario”.

E ancora: “Un anno fa quando i barbari hanno iniziato a distruggere i siti archeologici in Iraq e in Siria, patrimonio dell’umanità e memoria della nostra storia, alcuni hanno protestato. Da allora ‘questi’ continuano a distruggere i tesori della Siria; i due principali templi di Palmyra, gioielli del deserto siriano, sono stati gli ultimi ad essere distrutti. ‘Questi’ vogliono radere al suolo tutto ciò che ricorda la storia millenaria del Paese. ‘Questi’ vogliono che la Storia inizi da loro e nessuno dice niente, è diventato banale”.
 
I maristi sottolineano poi che i terroristi “sgozzano esseri umani” e che “centinaia di siriani” sono stati vittime “di questa barbarie”. La denuncia è che, anche in questo caso, la pratica rischia di esser stata banalizzata.  Sempre i terroristi, chiamati di nuovo ‘questi’, “hanno rapito centinaia di cristiani e di Yezidi in Iraq, era circa un anno fa. Voi vi siete indignati e i vostri dirigenti hanno protestato facendo dichiarazioni roboanti che hanno avuto lo stesso risultato di un petardo bagnato. Da allora ‘questi’ hanno rapito centinaia assiri ad Hassake, altri a Qariatayn al centro della Siria. E nessuno ha protestato. E’ diventato banale, non è più scioccante; e allora, direte, se ci si dovesse indignare anche perché vendono le donne come schiave, non si finirebbe più di lamentarsi; per così poco…”.
 
I maristi aggiungono inoltre che “la Siria si svuota del suo popolo, soprattutto dei suoi cristiani”. Rilevano che “essi sono diventati i ‘rifugiati’ che vi disturbano tanto”, e commentano: “Se poi i rifugiati vi disturbano così tanto, pensateci bene la prossima volta prima di scatenare la guerra nei loro Paesi. Nel frattempo fermate quella che avete scatenato in Siria e vedrete esaurirsi il fiume dei rifugiati che vi disturbano, poiché la gente preferisce di gran lunga rimanere nel proprio Paese e conservare la propria dignità”.
 
“Davanti a tante miserie, sofferenze e morti, distruzioni e drammi, noi, Maristi Blu, non potevamo restare con le mani in mano. Noi denunciamo, attiriamo l’attenzione, rifiutiamo l’inaccettabile, protestiamo, informiamo e agiamo”, si legge nel testo.
 
Venendo poi all’impegno dei maristi in Siria, la lettera spiega: “Di fronte alla crisi dell’acqua noi avevamo 6 settimane fa lanciato un grido di aiuto. Tre associazioni amiche occidentali hanno risposto generosamente alla nostra richiesta. Abbiamo così potuto acquistare 3 furgoncini che abbiamo attrezzato con serbatoi da 1000 a 2000 litri d’acqua, una pompa ed un piccolo generatore. Abbiamo anche comprato serbatoi da 250 litri che abbiamo installato presso le famiglie sfollate”.
 
“Abbiamo iniziato anche un nuovo programma ‘Io ho sete’. Riempiamo più volte al giorno i serbatoi dei furgoncini presso i pozzi artesiani di una chiesa e andiamo a svuotarli in quelli delle famiglie sfollate o dei nostri volontari. Il nostro progetto ‘goccia di latte’ che consiste nella distribuzione a tutti i bambini di meno di 10 anni di latte in polvere o di latte per lattanti è arrivato al 5° mese, con la riconoscenza dei parenti che vedono i loro bambini crescere normalmente nonostante la guerra”.
 
“Noi continuiamo ad aiutare famiglie sfollate o povere a sopravvivere grazie ai pacchi alimentari mensili che distribuiamo insieme agli indumenti. Aiutiamo centinaia di famiglie sfollate a trovare un alloggio. Partecipiamo alle spese delle operazioni chirurgiche o dei ricoveri in ospedale per coloro che non hanno i  mezzi per sostenerle. Continuiamo a distribuire pasti caldi per il pranzo”.
 
“Il nostro programma ‘Feriti civili di guerra’ prosegue per curare gratuitamente e salvare dalla morte i feriti gravi raggiunti da bombe o pallottole, e questo nel migliore ospedale privato di Aleppo. La fine dell’anno scolastico non ha significato quella delle nostre attività pedagogiche. Quest’estate come tutte le estati, abbiamo organizzato diverse “colonie di vacanze” per i bambini dei nostri differenti progetti, in particolare quelli di ‘Imparare a crescere’ e ‘Io voglio imparare’. ‘Magic Bus 1’, ‘Magic Bus 2’, ‘I love Summer’ hanno fatto la gioia dei bambini che hanno passato alcune settimane di gioia dimenticando la guerra e le privazioni”. ‘Skill School’ ha proseguito le sue attività con gli adolescenti che hanno approfittato delle vacanze scolastiche  per vivere dei progetti molto belli.
Il nostro ‘M.I.T.’ progredisce e malgrado la guerra e soprattutto il caldo torrido di quest’estate, le sessioni sono continuate con numero crescente di domande di partecipazione”.




Redazione Papaboys (Fonte www.zenit.org)

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