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Si, Francesco è da seguire! Soprattutto andando a Messa: è domenica!

verso-la-vitaRID (1)Che bello! I vecchi giornaloni che attaccavano con cannoni potenti costruiti ad hoc la Chiesa ed i Pontificati di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI oggi ‘celebrano’ Papa Francesco, con continue prime pagine e ‘notizie straordinarie’: ma che bello! E’ davvero una cosa molto bella e ci riempe di gioia il cuore.

A Papa Francesco il merito di aver ‘acceso’ qualche luce. Ma, come pensiamo di seguire il Pontefice? 

Iniziamo da una cosa molto semplice: OGGI E’ DOMENICA, E CON IL CUORE APERTO A CRISTO CHE VIENE AD ABITARE IN CIASCUNO DI NOI, C’E’ L’OBBLIGO (gratuito e d’Amore) della SANTA MESSA.

Il 5 febbraio del 2014, nell’Udienza generale del mercoledì, Papa Francesco ha parlato molto dell’Eucarestia, e dell’importanza della partecipazione alla S. Messa domenica. Vi riproponiamo il suo intervento.

Quello che vediamo quando ci raduniamo per celebrare l’Eucaristia, la Messa, ci fa già intuire che cosa stiamo per vivere. Al centro dello spazio destinato alla celebrazione si trova l’altare, che è una mensa, ricoperta da una tovaglia, e questo ci fa pensare ad un banchetto. Sulla mensa c’è una croce, ad indicare che su quell’altare si offre il sacrificio di Cristo: è Lui il cibo spirituale che lì si riceve, sotto i segni del pane e del vino. Accanto alla mensa c’è l’ambone, cioè il luogo da cui si proclama la Parola di Dio: e questo indica che lì ci si raduna per ascoltare il Signore che parla mediante le Sacre Scritture, e dunque il cibo che si riceve è anche la sua Parola”.

“Parola e Pane nella Messa – ha affermato – diventano un tutt’uno, come nell’Ultima Cena, quando tutte le parole di Gesù, tutti i segni che aveva fatto, si condensarono nel gesto di spezzare il pane e di offrire il calice, anticipo del sacrificio della croce, e in quelle parole: ‘Prendete, mangiate, questo è il mio corpo … Prendete, bevete, questo è il mio sangue’. Il gesto di Gesù compiuto nell’Ultima Cena è l’estremo ringraziamento al Padre per il suo amore, per la sua misericordia. ‘Ringraziamento’ in greco si dice ‘eucaristia’. E per questo il sacramento si chiama ‘Eucaristia’: è il supremo ringraziamento al Padre, che ci ha amato tanto da darci il suo Figlio, per amore”.

“Ecco – ha detto ancora – perché il termine Eucaristia riassume tutto quel gesto, che è gesto di Dio e dell’uomo insieme, gesto di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo. Dunque la celebrazione eucaristica è ben più di un semplice banchetto: è proprio il memoriale della Pasqua di Gesù, il mistero centrale della salvezza. «Memoriale» non significa solo un ricordo, un semplice ricordo, ma vuol dire che ogni volta che celebriamo questo Sacramento partecipiamo al mistero della passione, morte e risurrezione di Cristo. L’Eucaristia costituisce il vertice dell’azione di salvezza di Dio: il Signore Gesù, facendosi pane spezzato per noi, riversa infatti su di noi tutta la sua misericordia e il suo amore, così da rinnovare il nostro cuore, la nostra esistenza e il nostro modo di relazionarci con Lui e con i fratelli. È per questo che comunemente, quando ci si accosta a questo Sacramento, si dice di «ricevere la Comunione», di «fare la Comunione»: questo significa che nella potenza dello Spirito Santo, la partecipazione alla mensa eucaristica ci conforma in modo unico e profondo a Cristo, facendoci pregustare già ora la piena comunione col Padre che caratterizzerà il banchetto celeste, dove con tutti i Santi avremo la gioia inimmaginabile di contemplare Dio faccia a faccia”.

Quindi ha concluso: “Cari amici, non ringrazieremo mai abbastanza il Signore per il dono che ci ha fatto con l’Eucaristia! E’ un dono tanto grande e per questo è tanto importante andare a Messa la domenica, andare a Messa non solo per pregare, ma per ricevere la Comunione, questo pane che è il corpo di Gesù Cristo e che ci salva, ci perdona, ci unisce al Padre. E’ bello fare questo. E tutte le domeniche andiamo a Messa perché è il giorno proprio della resurrezione del Signore. Per questo la domenica è tanto importante per noi. E con l’Eucarestia sentiamo questa appartenenza proprio alla Chiesa, al popolo di Dio, al corpo di Dio, a Gesù Cristo. Non finiremo mai di coglierne tutto il valore e la ricchezza. Chiediamogli allora che questo Sacramento possa continuare a mantenere viva nella Chiesa la sua presenza e a plasmare le nostre comunità nella carità e nella comunione, secondo il cuore del Padre. E questo si fa durante tutta la vita, ma si incomincia a farlo il giorno della Prima Comunione. E’ importante che i bambini si preparino bene alla Prima Comunione e che nessun bambino non la faccia, perché è il primo passo di questa appartenenza a Gesù Cristo, forte, forte, dopo il Battesimo e la Cresima. Grazie!”. 

A cura della Redazione Papaboys

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