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La vita di Giovanni Paolo II è stata una vera ‘perla di misericordia’. Ecco i 10 ‘segreti’ che lo hanno aiutato

Giovanni Paolo II è stato un uomo (prima che un Papa) che si è speso per tutti. Fino all’ultimo giorno della sua vita. Con coerenza, con azione e determinazione. E come tutti coloro che fanno vedere il volto di Gesù sul proprio volto, aveva dei… piccoli segreti che lo aiutavano nel cammino di ogni giorno. Uno di suoi collaboratori più diretti li racconta.

La preghiera

Joaquin Navarro-Valls, direttore della sala stampa del Vaticano, racconta: Qualche anno fa avevo un appuntamento di lavoro con Papa Woytila. Il suo segretario mi dice che stava pregando nella sua cappella privata e che sarebbe stato avvisato del mio arrivo. Sono entrato anch’io nella cappella e ho aspettato in silenzio. Sono passati circa quaranta minuti senza che Giovanni Paolo II si muovesse. Poi quando all’improvviso si è reso conto che ero arrivato, ha esclamato: “Mi scusi, non mi sono accorto che il tempo passava!”. Ed era la stessa cosa tutti i giorni: la preghiera era una parte determinante della sua vita. (I fioretti di Giovanni Paolo II si Padre Daniel Ange, Elledici, pag 105)

Prudente come i serpenti e semplice come le colombe… (Mt 10,16)

Una volta riceve a colazione alcuni vescovi luterani provenienti dalla Svezia e dalla Norvegia. Questi gli chiedono: “Santo Padre, questo pranzo con lei può essere considerato un segno che il Papa riconosce il valore della nostra ordinazione?”. Replica immediata: “Questo pranzo coi vescovi luterani alla mia tavola può essere considerato come un segno che i vescovi luterani riconoscono la mia elezione a Papa?” (Op. cit. pag 93)

Amore per i poveri e per gli ultimi del mondo 

Il 2 Luglio 1980 si trova a Rio de Janeiro per la prima volta. Durante una visita in una favela dove vivono migliaia di poveri, si sfila l’anello che porta al dito, dono di Paolo VI in occasione della sua nomina a Cardinale, e lo regala alla Chiesa locale. (Op. cit. pag 80)

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Ironia e buon umore

Nell’Angelus del 21 Novembre 1993, Giovanni Paolo II, per rispondere alle speculazioni della stampa sul “declino del pontificato”, quando una lussazione alla spalla destra lo obbliga a impartire la benedizione con la mano sinistra, esclama: “Vi saluta il papa CADUTO ma non SCADUTO!” (Op. cit. pag. 68)

A Mons. Jean-Pierre Cattenoz, Vescovo di Avignone di recente nomina, che lo aveva invitato a visitare la sua diocesi, raccomanda: “Però non mi trattenga come l’ultima volta!”. L’allusione è al soggiorno forzato del papa ad Avignone nel XIV secolo. (Op. cit. pag. 54)

Una grande memoria in un grande cuore

Durante un’udienza, un suo collaboratore ddi stupisce di vedere il Papa fermarsi davanti a una coppia e chiedere: “Dove sono Chiara e Francesco?”. Effettivamente essi hanno due bambini con quei nomi; il Papa li aveva incontrati tutti ei quattro insieme, una sola volta, l’anno prima a Castel Gandolfo. (Op. Cit, pag 49)

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Umanità

Una famiglia amica è invitata a trascorrere qualche giorno a Castel Gandolfo. Una sera i genitori, con grande meraviglia trovano accanto ai loro bambini il Papa in pigiama. Li aveva sentiti piangere disperatamente e si era precipitato dalla sua camera raggiungendoli prima dei genitori. (Op. cit. pag. 43)

Fedeltà alla preghiera

Il giorno dopo l’attentato, al risveglio dall’anestesia durata molte ore per la lunga operazione questa è la prima domanda rivolta a Mons. Dziwisz: “Abbiamo recitato Compieta?”. (Op. cit. pag. 116)






Contemplazione

“Per tutta la vita mi sono convinto dell’importanza primordiale della preghiera e soprattutto della preghiera contemplativa, in ogni attività connessa alla mia vocazione” (Op. cit. pag. 115)

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Il coraggio della verità

“La lotta fra il regno dello spirito maligno e il Regno di Dio è entrata in una nuova fase, la fase finale. Questa lotta continua nella nostra epoca e si sviluppa contemporaneamente allo svilupparsi della storia dell’umanità, nei popoli, nelle nazioni” (Agli universitari di Milano, marzo 1981).

Amore per la Chiesa Cattolica e sereno, ironico disincanto verso lo Stato del Vaticano

Un giorno riceve un asino in dono. Se ne parla a tavola: cosa farne? Metterlo nel giardino del Vaticano? Fargli una piccola casa? Dice il Santo Padre: “No, no, Di asini al Vaticano ce ne sono già troppi!” (Op. cit. pag. 57)




Redaziona Papaboys

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