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Sabato 27 dicembre – Senza il tuo corpo non è possibile vivere

Sabato 27 dicembre – Senza il tuo corpo non è possibile vivereCorse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Uscì allora Simon Pietro insieme all’altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Giovanni 20,2-8

Davanti a te anche la morte si mette in ordine.
Ripiega i suoi simboli.
Li mette da parte.
Apre la porta.
Rotola via.
Lascia spazio alla luce.
Alla vita.
Davanti a te anche la morte corre via.

Senza il tuo corpo non è possibile vivere.
Non è possibile piangere.
Non è possibile ridere.
Non è possibile amare.
Senza il tuo corpo non è possibile vivere.
Devo sapere dove sei.
Devo sapere con chi sei.
Chi ti ha preso.
Corro a cercarti.
Corro a chiedere.
Corro.
Senza il tuo corpo non è possibile vivere.

Corre Maria.
Corre Pietro.
Corre Giovanni.
Se ami, corri.
Se ami, cerchi.
Se ami, non aspetti.
Se ami, arrivi.
Arrivi e guardi e vedi.
Arrivi e capisci e credi.
Arrivi e credi e rimani incantato.
È l’amore che muove il cuore, gli occhi, le gambe.
È l’amore che muove tutto e tutti.

Sei andato via per poter restare.
Sei morto per vivere.
Nessun telo ti copre.
Nessun sudario ti vela.
Ora sei mio totalmente.
Riempirai i miei sguardi.
Le mie mani.
La mia bocca.
La mia vita.
Come prima.
Più di prima.
Arrivano tutti.
Di corsa.
C’è da correre e da spalancare occhi e cuore.

È tutto in ordine.
Ha vinto la vita.
Ha vinto l’amore.
Non riesco a muovermi dalla gioia.
Che corsa.
Che bello.
Quanto ti amo.

Di Don Mauro Leonardi

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