Ogni giorno una strage in Italia. Recitiamo con potenza la Preghiera per la nostra Patria a Santa Caterina da Siena

Carlo Cottarelli ha lasciato il Quirinale senza rilasciare dichiarazioni dopo il colloquio con Mattarella. Il premier incaricato tornerà al Colle domani. Cottarelli per tutto il giorno ha lavorato nel suo studio alla Camera sul governo ma è ancora nulla di fatto sui ministri.

Il pressing generale per il voto a fine luglio ha messo in stand by Carlo Cottarelli. Nel corso dell’incontro al Quirinale, il presidente del Consiglio incaricato ha fatto il punto della situazione con il Capo dello Stato che ha deciso di prendere tempo per valutare fino a che punto ci sia convergenza tra le forze politiche entro luglio. Un giro di consultazioni rapido e informale che coinvolgerebbe lo stesso Cottarelli che andrebbe a riferire al presidente della Repubblica entro domani mattina. L’ipotesi riguarderebbe il voto per il 29 luglio.

“Il presidente del Consiglio incaricato, Carlo Cottarelli – ha detto il portavoce del presidente Mattarella Giovanni Grasso – al Capo dello Stato della situazione. I due si rivedranno domani mattina”. L’uscita del portavoce del Quirinale è stato preceduto da un certo sconcerto da parte dei giornalisti che erano presenti quando hanno visto i corazzieri che tradizionalmente presidiano la porta che conduce allo studio “alla Vetrata” lasciare la loro postazione. Di solito questo è il segnale che il presidente della Repubblica ha lasciato “la Vetrata” per far ritorno al suo studio privato. Contemporaneamente Cottarelli è stato visto fare il suo ingresso alla Camera dei Deputati.

Intanto il Movimento Cinque stelle torna chiedere il voto il prima possibile. “Il M5s – dice il capogruppo M5s in Aula – non molla, non illudetevi. Anzi, ci state rafforzando ogni giorno di più. Dobbiamo tornare al voto, dobbiamo farlo il prima possibile. E dobbiamo finalmente, dopo quello che è accaduto, segnare il riscatto di milioni e milioni di italiani”.

E anche nel Pd si compatta il fronte del voto a luglio.  In questo senso si sono espressi pubblicamente Andrea Orlando e Lorenzo Guerini ma, a quanto si apprende, in molti sono d’accordo. Una riflessione è in corso e probabilmente se ne discuterà nella direzione che si svolgerà prima del voto di fiducia al governo Cottarelli.

 

SANTA CATERINA DA SIENA

Santa Caterina nacque a Siena il 25 marzo del 1347. Fu provvidenziale il gior-no della nascita, perché il 25 marzo era allora la festa liturgica dell’Annunciazione della Madonna. Era la ventiquattresima di venticinque figli.

Suo padre, Giacomo Benincasa, tintore di pelli, e sua madre, Lapa Piacenti, formarono una famiglia benedetta largamente da Dio. Nella loro casa non mancava il necessario e con il lavoro quotidiano potevano dirsi benestanti. Quantunque la fa-miglia fosse stata numerosa, fu unito alla figliolanza un orfanello, il quale, educato cristianamente, divenne Sacerdote Domenicano e fu il primo Confessore della Santa.

SantaCaterina (1)

Dio è padrone di tutto e di tutti e può dare i suoi doni alle creature in quella dose che vuole; però dà a tutti i doni necessari per raggiungere l’eterna felicità ed è libero di dare i suoi talenti a chi più ed a chi meno, secondo il disegno che ha sulle varie persone. Ne sceglie talune in modo eccezionale che sono chiamate anime privilegiate. Ma il merito non consiste nell’essere prescelte da Dio, bensì nel corrispondere generosamente ai disegni di Dio. Di anime privilegiate la Chiesa Cattolica ne registra un buon numero; tra queste uno dei primi posti è assegnato a Santa Caterina da Siena.

Fin da piccola costei dimostrava un’intelligenza speciale ed una attrattiva alla religiosità. Illuminata dallo Spirito Santo, all’età di sei anni desiderava già diventare eremita e cercava luoghi solitari per pensare soltanto a Gesù. Sentiva nel cuore un forte amore a Gesù e ne parlava con frequenza, essendo questo l’unico suo affetto.

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Gesù, contento di tale aspirazione, a sei anni le fece dono della prima visione, la quale avvenne così:

Caterina ritornava a casa, dopo essere stata dalla sorella sposata Bonaventura. Passando davanti alla Chiesa di San Domenico, alzati gli occhi, vide alla direzione del tetto della Chiesa un bellissimo trono sospeso in aria. Era ornato con magnificenza regale. Sul trono stava seduto un imponente personaggio, Gesù, che sembrava un imperatore, rivestito di abiti pontificali. Vicino a Gesù c’erano pure San Pietro, San Paolo e San Giovanni Evangelista.

A tale vista Caterina rimase come in-chiodata a terra, con lo sguardo fisso in alto. Gesù la guardò amorosamente con occhi pieni di maestà; poi alzò la mano sopra di lei e fece il segno della Croce, dandole il dono della sua eterna bene-dizione.

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PREGHIERA A SANTA CATERINA PER L’ITALIA

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O Caterina santa, giglio di verginità e rosa di carità che ornasti il giardino domenicano, eroina di cristiano zelo che fosti eletta al pari di Francesco singolare Patrona d’Italia, a Te noi fiduciosi ricorriamo, invocando la tua potente protezione sopra di noi e sopra tutta la Chiesa di Cristo, tuo diletto, nel cui Cuore bevesti inesauribile fonte di ogni grazia e di ogni pace per Te e per il mondo.
Da quel Cuore divino tu derivasti l’acqua viva di virtù e concordia nelle famiglie, di onesto tratto nella gioventù, di riunione fra i popoli discordi, di rinnovazione del costume pubblico e dell’amore fraterno, compassionevole e benefico verso gl’infelici e i sofferenti, e insegnasti con l’esempio tuo a congiungere l’unione di Cristo con l’amore di Patria.
Se ami l’Italia e il popolo a Te affidato, se la pietà verso di noi ti muove, se ti è cara la tomba in cui Roma venera e onora la tua spoglia verginale, allora, rivolgi benigna il tuo sguardo e il tuo favore sulla nostra pena e sulla nostra preghiera e compi i nostri voti! Difendi, soccorri e conforta la tua Patria e il mondo!
Sotto il tuo presidio e tutela siano i figli e le figlie d’Italia, i nostri cuori e le anime nostre, i nostri travagli e le nostre speranze, la nostra fede e il nostro amore: quell’amore e quella fede che furono la tua vita e ti fecero immagine di Cristo crocifisso nello zelo intrepido per la Sposa di lui, la santa Chiesa. Amen. (Testo di Pio XII)

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Pater – 3 Ave – 5 Gloria
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A cura della Redazione Papaboys

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