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Il più bel monumento nato per dire grazie a Maria

C’è un ringraziamento all’origine della costruzione della chiesa dell’Ammiraglio a Palermo, una profonda riconoscenza nei confronti della Vergine Maria per la protezione da Lei ricevuta nei lunghi anni di carriera militare. L’ufficiale di marina in questione è Giorgio d’Antiochia, siriaco di fede ortodossa al servizio del re normanno Ruggero II dal 1108 al 1151.  Diversi documenti attestano nel 1143 la fondazione, da lui promossa e sostenuta, di un tempio sacro, oggetto, nei secoli, di profondi interventi di ristrutturazione che l’attuale commistione di diversi stili – arabo, normanno, bizantino e barocco – lascia perfettamente intuire .

La chiesa in origine aveva pianta a croce greca iscritta in un quadrato. Per esigenze liturgiche nel 1588 si decise di trasformare l’impianto di base, sostituendo il cortile porticato antistante con un edificio su due livelli che venne a formare un vestibolo al piano inferiore e il matroneo a quello superiore. Alla fine del ‘600 anche l’abside venne sacrificata a favore dell’attuale cappella quadrangolare.  Risale al XII secolo il campanile, il cui fusto è impreziosito da bifore inquadrate da una cornice di bugnato nel secondo ordine, mentre i due livelli superiori, di grande eleganza, presentano aperture affiancate da nicchie e piccole colonne. E’ attraverso la torre campanaria che oggi si accede allo spazio sacro.

Otto colonne dell’atrio primitivo sorreggono due campate voltate a crociera, affrescate nel Settecento da Olivio Sozzi e Guglielmo Borremans con la Gloria dell’Ordine Benedettino. Il nucleo originario della chiesa medievale è, invece, rivestito dal ciclo musivo più antico di Sicilia, eseguito entro il 1151, data della morte del suo committente.  Sulla sommità della cupola il Cristo assiso con il mondo ai Suoi piedi è adorato da quattro angeli che occupano la superficie della calotta. Lungo il tamburo si distribuiscono le figure di otto profeti.






 

Gli Evangelisti mantengono la loro canonica postazione nei pennacchi angolari. Sull’arco trionfale si racconta la scena dell’Annunciazione, mentre altri episodi evangelici, la Natività, la Dormitio Virginis, la Presentazione al Tempio, si dipanano sui restanti arconi. Altri due brani a mosaico – Giorgio d’Antiochia ai piedi della Vergine e l’Incoronazione di re Ruggero II – furono spostati ai lati dell’ingresso.

Nel 1193 Goffredo ed Aloisia de Marturano fondarono un monastero benedettino femminile  accanto alla chiesa che nel 1435  venne concessa alle monache dal re Alfonso “il Magnanimo”. Da allora Santa Maria dell’Ammiraglio è più comunemente nota come “Martorana”. Oggi è sede della parrocchia di San Nicolò dei Greci e appartiene all’Eparchia della Piana degli Albanesi, una sede della Chiesa cattolica italo-albanese di rito orientale, immediatamente soggetta alla Santa Sede.




Diceva il viaggiatore e mercante Ibn Gubair, di passaggio a Palermo nel 1185, che la chiesa dell’Ammiraglio “è il più bel monumento del mondo”.

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