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Papa Francesco visita oggi pomeriggio la parrocchia di San Pier Damiani a Casal Bernocchi

Papa Francesco si reca oggi pomeriggio in visita pastorale alla Parrocchia romana di “San Pier Damiani”, a Casal Bernocchi, nella periferia sud della Capitale. Il Papa incontrerà i giovani, i malati, le famiglie con i bimbi battezzati quest’anno, gli operatori pastorali e confesserà alcune persone.

Intorno alle 18 presiederà la Messa. Sarà la quindicesima visita in una parrocchia della sua Diocesi. Ad accoglierlo ci sarà anche il cardinale vicario Agostino Vallini, che è titolare di San Pier Damiani.

Sulla vita di questa parrocchia, Federico Piana della Radio Vaticana ha sentito il parroco, don Lucio Coppa:

R. – È una parrocchia di periferia, in un cosiddetto quartiere “dormitorio”; qui non abbiamo molti servizi per le persone: ci sono alcuni bar, qualche ristorante, ma non ci sono banche, non ci sono poste, quindi le persone devono uscire dal quartiere. Molti lavorano tutta la giornata, escono la mattina e tornano la sera dal lavoro, quindi sono stanchi naturalmente. Il quartiere conta circa 14mila persone, ma la parrocchia non è molto frequentata, forse arriviamo a duecento persone la domenica. Ci sono tutte le attività normali di una parrocchia. Le uniche aggregazioni sociali del quartiere sono la nostra parrocchia, il campo sportivo e un centro anziani del comune.

D. – Quindi la parrocchia si trova svolgere un ruolo sociale …

R. – Sì, insieme ad altre tre parrocchie collaboriamo per quanto è nelle nostre possibilità.




D. – Quali sono le difficoltà di questo quartiere, visto che la parrocchia svolge questo ruolo sociale?

R. – La difficoltà più grande – come dice il Papa – è quella di “andare fuori”, cioè andare a cercare le persone. Ci sono alcune persone che vanno a visitare le famiglie e la nostra Caritas parrocchiale che aiuta le persone in difficoltà. Non è un quartiere povero, però ci sono molti disagi, molti anziani soli che non escono dalle loro case, sono questi i disagi maggiori del quartiere.

D. – I giovani frequentano?

R. – Noi abbiamo provato per tanti anni a fare una pastorale giovanile. Puntiamo molto sulla famiglia, questa è la nostra linea, perché poi dalla famiglia vengono tutte le altre cose: se c’è la famiglia, arrivano le vocazioni e l’impegno nella parrocchia. Da circa setto/otto anni c’è il post Cresima per i ragazzi che hanno ricevuto il Sacramento, oggi quasi la totalità di quelli che ricevono la Cresima continuano con il post Cresima. Abbiamo un bacino di ragazzi, di giovani, fino ai 19 anni, sono circa una settantina e sono legati moltissimo alla famiglia. Questo è il legame principale.




D. – Cosa vi aspettate da questa visita di Papa Francesco?

R. – Mi aspetto una ventata di benedizione, di gioia, di testimonianza da parte del nostro Vescovo per questa parrocchia. Ai miei parrocchiani ho detto: “Ricordate, prima di essere Papa è il nostro Vescovo”. Anche Papa Francesco ci tiene a ribadire questo. Per noi è una visita pastorale di incoraggiamento ad andare avanti, a non scoraggiarci; a volte ci sono dei fallimenti, a volte delle gioie come in ogni famiglia che si rispetti, no? Non possiamo pensare che tutto vada bene, che tutto funzioni. Siamo esseri umani e sbagliamo, però il coraggio e la gioia di Papa Francesco e le sue esortazioni, le udienze, i viaggi, ci danno la forza.

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