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Papa Francesco telefona ad un operaio che ha perso le gambe sul lavoro

Una nuova telefonata di papa Francesco alla “gente semplice”. Ieri Bergoglio ha chiamato al telefono un “raccoglitore di rifiuti” dell’Argentina che ha perso entrambe le gambe durante un incidente di lavoro e che ha proposto una “Giornata” per celebrare chi lavora nelle sue stesse tremende condizioni.

 

La chiamata ha avuto come destinatario Maximiliano Roberto Acuña che è stato premiato durante una cerimonia nel Palazzo del governo di Buenos Aires, alla presenza di 400 “colleghi” di lavoro. Un’iniziativa promossa da L’Alameda, organizzazione non governativa impegnata contro la tratta delle persone, il lavoro nero e il narcotraffico presieduta dal docente e attivista Gustavo Vera, amico personale di Jorge Mario Bergoglio. «Eravamo in macchina per andare alla cerimonia e ha squillato il telefono con un numero privato. Ho pensato che fosse un compagno di lavoro. La prima cosa che ho sentito dire è stata: “Sono papa Francesco”», ha raccontato Acuña.

Il Pontefice ha deciso di chiamare l’uomo dopo che Vera gli aveva inviato una mail per presentargli la storia dell’operaio. «“Sì, sono papa Francesco, ho ricevuto una lettera da un amico (Gustavo Vera, ndr)”. Ero emozionato e ho avuto la forza di dire soltanto poche parole», ha confessato Acuña, che ha fatto sì che il 22 marzo sia stato proclamata la Giornata dei raccoglitori di rifiuti. L’uomo ha 33 anni, vive nella periferia di Buenos Aires, ha cinque figli e ha subito l’amputazione delle gambe dopo che è stato ferito dalle lame di un camion per la raccolta dell’immondizia.






Secondo quanto ha riferito il lavoratore, il Papa gli ha promesso che quando verrà in Argentina si potranno incontrare. «Sempre avanti. Sei un esempio per tutti», lo ha incoraggiato il Pontefice. Nella lettera inviata a Francesco, Vera gli ha spiegato che Maximiliano non ha chiesto sussidi economici o si è chiuso in se stesso dopo l’incidente, ma desidera soltanto di poter continuare a lavorare «per sostenere la sua famiglia» e che «ha mantenuto il buon umore ed è un modello di dignità e di amore alla vita».




Fonte www.avvenire.it/G.Gamb

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