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Papa Francesco ci domanda: cosa ha fatto Gesù nella mia vita? Come rispondo a questo amore?

Stamani alla Messa a Casa Santa Marta, Papa Francesco invita a porsi alcune domande: seguo Gesù per interesse o per fede? E ancora: cosa ha fatto Gesù nella mia vita? Come rispondo a questo amore?
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Debora Donnini-Città del Vaticano

Nell’omelia della Messa a Casa Santa Marta, il Papa stamani mette in guardia dal seguire Gesù per “interesse”, cioè per i miracoli che compie, ed esorta invece a cercarlo per la fede, per ascoltare la sua Parola. Per questo, bisogna rinfrescare la memoria di quello che il Signore ha compiuto nella nostra vita e così rispondere con amore.

Non cercare Gesù per i miracoli

Il Papa prende spunto dal Vangelo di oggi tratto da Giovanni (Gv 6,22-29) nel quale si narra che dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci, la folla voleva fare Gesù re  e lo cercava non solo per ascoltarlo ma anche per “interesse”, perché faceva miracoli. Gesù però si ritira e, quando lo trovano, li rimprovera: “voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati”. Francesco nota, quindi, i due aspetti, compresenti: da una parte cercavano Gesù per sentire come la sua Parola “arrivava al cuore”, per la fede, dall’altra anche per interesse. Erano anche persone buone, ma con una fede “un po’ interessata”.  Gesù dunque rimprovera la poca fede.

Cercare l’amore di Dio

Un atteggiamento che traspare anche con la guarigione dell’indemoniato di Gerasa: quando la gente vede che aveva perso i porci, pensa che non gli conviene, che così perdevano soldi e, quindi,  gli dicono di andarsene. E, di nuovo, con la guarigione dei 10 lebbrosi: uno solo torna per ringraziare mentre gli altri, dopo la guarigione, si sono dimenticati di Gesù. Per questo Gesù invita a darsi da fare non per il cibo che perisce ma per quello rimane per la vita eterna cioè per “la Parola di Dio e l’amore di Dio”.

Stefano segue Gesù senza bilanciare le conseguenze

C’è però anche un altro atteggiamento: quello di Santo Stefano che, come si vede nella Prima Lettura (Atti 6,8-15), parlava chiaro, tanto che non riuscivano a resistere alla sua sapienza:

Seguiva Gesù senza bilanciare le conseguenze: questo mi conviene, non mi conviene … non era un interessato. Amava. E seguiva Gesù, sicuro; e così finì. Gli hanno teso il tranello delle calunnie, lo hanno fatto entrare lì e così finì lapidato. Ma dando testimonianza di Gesù.

Ricordare quello che Gesù ha compiuto nella propria vita

Sia la folla del Vangelo, sia Stefano seguono Gesù ma ci sono due modi per farlo: dando la vita oppure “con un po’ di interesse personale”, nota il Papa. L’invito che, dunque, rivolge a ciascuno è a chiedersi come si segua Gesù. Il suo consiglio è quello di “rinfrescare la memoria” domandandosi cosa Gesù abbia fatto, non in modo generico, ma concretamente, nella propria vita:

E troveremo tante cose grandi che Gesù ci ha dato gratuitamente, perché ci ama: a ognuno di noi. E una volta che io vedo le cose che Gesù ha fatto per me, mi faccio la seconda domanda: e io, cosa devo fare per Gesù? E così, con queste due domande, forse riusciremo a purificarci di ogni maniera di fede interessata. Quando vedo tutto quello che Gesù mi ha dato, la generosità del cuore va a: “Sì, Signore, do tutto! E non farò più questi sbagli, questi peccati, cambierà di vita in questo …”. La strada della conversione per amore: tu mi hai dato tanto amore, anche io ti do questo amore.

Purificare la fede dall’interesse

In conclusione, quindi, il Papa ribadisce l’importanza di queste due domande per purificare la fede:

Questo è un bel test di come noi seguiamo Gesù: interessati o no? Rinfrescare la memoria: le due domande. Cosa ha fatto Gesù per me, nella mia vita, per amore? E vedendo questo, cosa devo fare io, per Gesù, come rispondo a questo amore. E così saremo capaci di purificare la nostra fede da ogni interesse. Che il Signore ci aiuti su questa strada.

+++ Il video servizio a cura del Centro Televisivo Vaticano +++
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