“Anzitutto è importante capire che non si tratta della contrapposizione tra due atteggiamenti: l’ascolto della parola del Signore, la contemplazione, e il servizio concreto al prossimo. Non sono due atteggiamenti contrapposti, ma, al contrario, sono due aspetti entrambi essenziali per la nostra vita cristiana; aspetti che non vanno mai separati, ma vissuti in profonda unità e armonia”.
Ma allora – domanda il Papa – perché Marta riceve il rimprovero di Gesù, anche se fatto con dolcezza?
“Perché ha ritenuto essenziale solo quello che stava facendo, era cioè troppo assorbita e preoccupata dalle cose da ‘fare’. In un cristiano, le opere di servizio e di carità non sono mai staccate dalla fonte principale di ogni nostra azione: cioè, l’ascolto della Parola del Signore, lo stare – come Maria – ai piedi di Gesù, nell’atteggiamento del discepolo”.
Di qui l’esortazione di Papa Francesco:
“Anche nella nostra vita cristiana, cari fratelli e sorelle, preghiera e azione siano sempre profondamente unite. Una preghiera che non porta all’azione concreta verso il fratello povero, malato, bisognoso di aiuto, fratello in difficoltà, è una preghiera sterile e incompleta. Ma, allo stesso modo, quando nel servizio ecclesiale si è attenti solo al fare, si dà più peso alle cose, alle funzioni, alle strutture, e ci si dimentica della centralità di Cristo, non si riserva tempo per il dialogo con Lui nella preghiera, si rischia di servire se stessi e non Dio presente nel fratello bisognoso”.
San Benedetto – ha aggiunto – riassumeva lo stile di vita che indicava ai suoi monaci in due parole: “ora et labora”, prega e opera:
“E’ dalla contemplazione, da un forte rapporto di amicizia con il Signore che nasce in noi la capacità di vivere e di portare l’amore di Dio, la sua misericordia, la sua tenerezza verso gli altri. E anche il nostro lavoro con il fratello bisognoso, il nostro lavoro di carità nelle opere di misericordia, ci porta il Signore, perché noi guardiamo proprio al Signore nel fratello e la sorella bisognosi”.
Quindi, ha elevato la sua preghiera a Maria, “Madre dell’ascolto e del servizio, che ci insegni a meditare nel nostro cuore la Parola del suo Figlio, a pregare con fedeltà, per essere sempre di più attenti concretamente alle necessità dei fratelli”.
Infine, durante i saluti dopo la recita dell’Angelus, il Papa – vedendo un cartello con scritto “Buon viaggio!” – ha chiesto ai fedeli di accompagnarlo spiritualmente con la preghiera nella sua missione apostolica a Rio de Janeiro, per la Gmg:
“Ci saranno tanti giovani, laggiù, da tutte le parti del mondo. E penso che questa si può chiamare la Settimana della Gioventù: ecco, proprio la Settimana della Gioventù! I protagonisti in questa settimana saranno i giovani. Tutti coloro che vengono a Rio vogliono sentire la voce di Gesù, ascoltare Gesù: ‘Signore, che cosa devo dare della mia vita? Qual è la strada per me?’. Anche voi – non so se ci sono giovani oggi qui, in piazza: ci sono giovani? Ecco: anche voi, giovani che siete in piazza, fate la stessa domanda al Signore: ‘Signore Gesù, che cosa devo fare della mia vita? Qual è la strada per me?’. Affidiamo all’intercessione della Beata Vergine Maria, tanto amata e venerata in Brasile, queste domande: quella che faranno i giovani laggiù, e questa che fate voi, oggi. E che la Madonna ci aiuti in questa nuova tappa del pellegrinaggio. A tutti auguro una buona domenica! Buon pranzo. Arrivederci!”.
Centofanti per la Radio Vaticana