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E ora Papa Francesco diventa attore per i più piccoli

«Come faccio a conoscere Gesù? Il modo migliore per incontrarlo è il Vangelo. Un piccolo libro da leggere lentamente, un po’ alla volta, magari mentre sei sul tram, sulla metro, nella sala di attesa del medico. Per conoscere davvero qualcuno bisogna parlargli e a Gesù si può raccontare quello che accade in famiglia, a scuola, per strada, quello che ci rende felici o ci rattrista. Questo si chiama pregare».

Sono le parole con le quali per circa sei minuti papa Francesco parla ai cinque bambini protagonisti di Beyond the Sun, diretto da Graciela Rodriguez Gilio e Charlie Mainardi, prodotto da Andrea Iervolino e Monika Bacardi con la loro Ambi Pictures e presentato fuori concorso il prossimo 28 ottobre nella sezione Alice nella Città della Festa di Roma.

È la prima vola che un Pontefice accetta di partecipare a un film, ma papa Bergoglio ha abbracciato con entusiasmo il progetto il cui obiettivo è quello di invitare ai ragazzi a incontrare Cristo, a sperimentarne la presenza nella vita quotidiana. «Gesù ti sta aspettando – dice ancora Francesco – sta cercando proprio voi». Nel film, ambientato in Patagonia, un gruppo di ragazzini frequenta il catechismo per prepararsi alla Prima Comunione. Uno di questi, il più piccolo, scappa di casa per cercare Gesù e sua sorella maggiore, insieme a tre amici, si mette sulle sue tracce. Raggiuntolo, proseguono insieme il cammino. Costruito come una classica avventura per ragazzi, ricca di ostacoli, incontri e sorprese, il film mette in scena una ricerca e una scoperta fuori dal comune, che si trasformano in un coraggioso viaggio di formazione in cui la parola del Vangelo si fa esperienza. «Ciò che muove tutto il progetto – ci ha raccontato la Rodriguez – è la fede, il desiderio di portarla sul grande schermo e trasmetterla attraverso le parole di papa Francesco. La collaborazione con il Pontefice è stata l’occasione di un grande cambiamento spirituale e ci ha permesso di entrare in contatto in modo più profondo con i suoi insegnamenti. La sua maniera di comunicare con noi, la sua umiltà, il suo pragmatismo e la sua semplicità ci hanno consentito di allargare il suo messaggio soprattutto ai bambini ». «L’idea del film – continua – è proprio quella di cominciare a usare il cinema come uno strumento di catechesi. Come dice Francesco, utilizzare un mezzo contemporaneo e popolare per diffondere la parola di Gesù è un atto evangelico».

Inserito da “Variety” tra i «wonderful people di Hollywood », Andrea Iervolino, che abbiamo raggiunto al telefono a Toronto, dove vive e lavora producendo film in tutto il mondo con grandi star internazionali, ci racconta di aver finalmente realizzato il suo sogno. «Il cinema è stata la mia grande passione sin da ragazzino – dice – ma questo è il film più bello della mia vita perché il suo scopo è quello di avvicinare bambini e famiglie alla parola di nostro Signore. Grazie all’educazione familiare ricevuta, mi sento molto vicino a Dio, prego ogni giorno, e da anni porto sempre con me nella stessa tasca il rosario che mi ha regalato mia madre. Gli incassi del film saranno interamente devoluti a un’organizzazione argentina che si occupa di sfamare migliaia di bambini».






Il film verrà poi distribuito in maniera innovativa. «Quando a 15 anni realizzai il mio primo lavoro, a Cassino, chiedendo un po’ di soldi a tutti – continua – trovai un modo diverso per farlo vedere, da momento che non potevo accedere al circuito della distribuzione. Inventai il Cine School Day mostrando il film a scuola, la mattina, al costo di un biglietto ridotto. L’obiettivo era poi discuterne insieme, lavorarci a casa con un compito e premiare il migliore studente con un ruolo nel mio film successivo». Con Beyond the Sun Iervolino torna a questo modello di distribuzione. «Riporteremo gli studenti al cinema la mattina e poi il film arriverà anche in tv. Negli Stati Uniti poi ci sono 72 milioni di cattolici e 7.500 scuole cattoliche, sono convinto che anche il mercato americano risponderà bene».

Coinvolgere il Papa non è stato poi così difficile. «Graciela aveva già collaborato con Bergoglio prima che lui diventasse Papa – ci racconta ancora Iervolino – Abbiamo poi deciso di restare al di fuori del sistema hollywoodiano e non usare star davanti e dietro la macchina da presa. La parte del film in cui il Papa dà il suo messaggio spirituale, è stata girata in Vaticano, a Santa Marta, mentre tutto il resto in Argentina. Francesco, così desideroso che la sua parola arrivi al maggior numero di persone, ha subito sostenuto il film, e questo mi ha investito di una grande, bellissima responsabilità».




Fonte www.avvenire.it

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