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Nessuna paura, c’è un bene più alto da compiere. Papa Francesco conferma il viaggio in Egitto

Il Papa è tornato stamani col pensiero e la preghiera alle vittime degli attentati di ieri contro la comunità copta d’Egitto, ricevendo in Vaticano i ministri generali degli Ordini Francescani di tutto il mondo.

Ancora una prova di vicinanza da parte di Papa Francesco alla comunità copta d’Egitto. Il Pontefice è tornato su quanto successo a Tanta e Alessandria, ma anche sulla crisi in Siria, incontrando i frati che oggi predicano il carisma di San Francesco pure nei luoghi dove la pace non c’è.

La testimonianza di padre Marco Tasca, ministro generale dell’Ordine Francescano dei Frati Minori Conventuali:

“Il Papa è molto informato e ha confermato con grande fermezza il suo viaggio in Egitto. E poi ci ha anche detto della partenza oggi del cardinale Koch per preparare un po’ il terreno e i discorsi che saranno fatti. Quindi il Papa non si ferma di fronte a quello che purtroppo è successo, ma con grande fermezza e convinzione parte e va in Egitto per confermare e aiutare il dialogo e la comunione della vita cristiana”.

Padre Michael Perry, ministro generale dell’Ordine Francescano dei Frati Minori, appena rientrato dalla Siria, ribadisce come durante l’incontro il pensiero del Papa sia andato alle popolazioni che ancora soffrono per violenze e conflitti:

R. – L’incontro è durato più o meno 35 minuti. Abbiamo parlato anche della sua visita in Egitto e del fatto che fra poco celebreremo gli 800 anni dalla visita di San Francesco a Damietta, in Egitto, dove incontrò il sultano Malik al-Kamil, come passo verso il dialogo con i musulmani. E abbiamo parlato anche di Aleppo: ho fatto una visita in Siria e sono tornato due giorni fa. Sono stato ad Aleppo, a Damasco e a Latakia, dove ho incontrato i frati minori rimasti lì con i cristiani. Volevano tutti ringraziare Papa Francesco per la sua attenzione alla loro situazione di crisi e anche per i soldi che ha inviato recentemente, per i quali già c’è un resoconto dell’uso a favore dei cristiani e anche dei musulmani.






D. – Avete potuto cogliere una riflessione del Papa a proposito degli attacchi ai copti in Egitto o della situazione in Siria e in Iraq o per gli attentati in Europa?

R. – Ci ha chiesto sempre il sostegno nella preghiera per tutte queste situazioni devastanti.

D. – Quali sono stati gli altri argomenti?

R. – Abbiamo parlato principalmente dei passi che stiamo facendo per creare una comunione tra noi, tra i diversi ordini della famiglia francescana. Papa Francesco è stato molto attento.

D. – A che punto è questo cammino?

R. – Stiamo realizzando vari progetti adesso. Prima di tutto, c’è il processo di riunificazione dell’Università francescana a Roma, tra noi Frati minori, Cappuccini, Conventuali e Terz’Ordine. Poi ci sono altri progetti per le fraternità in Terra Santa e altri luoghi. Noi generali stiamo parlando più volte l’anno al fine di poter fortificare e sottolineare la dimensione di comunione tra noi. Inoltre, abbiamo parlato dell’importanza della possibilità di permettere ai frati laici di servire, con il ruolo di ordinario, nei rispettivi ordini.

D. – Su questo punto dei laici cosa è stato detto? Cosa vi ha detto il Papa?

R. – Papa Francesco sta cercando con noi delle possibilità per portare avanti questo progetto. Gli abbiamo lasciato una lettera, come richiesta formale per una dispensa, una grazia per noi frati francescani.

D. – Cosa significherebbe per i laici? Un laico cosa potrebbe diventare?

R. – Potrebbe diventare guardiano delle confraternite locali, provinciale e anche ministro generale o vicario generale. Tutti i ruoli di servizio nell’Ordine.

Padre Mauro Johri, ministro generale dell’Ordine Francescano dei Frati Minori Cappuccini, mette in evidenza i sentimenti del Pontefice di fronte alle crisi internazionali, sottolineando pure il momento cruciale vissuto dalle famiglie francescane:

R. – Quando il nostro confratello Michael gli ha fatto vedere delle immagini e un piccolo filmato da Aleppo, ho visto la commozione sul suo volto, la partecipazione alla sofferenza di queste persone, ma anche la gioia di vedere che queste persone lo ricordano e gli sono molto grate.

D. – Vi ha dato un mandato, vi ha consegnato una riflessione particolare?

R. – Quando lo abbiamo incontrato alcuni anni fa, il 4 ottobre 2013 alla tomba di San Francesco, presentando i miei confratelli dissi al Papa: “Siamo i ministri generali” e lui ci disse ridendo: “Ma allora esiste anche un ecumenismo francescano!”. Quindi ci invitò a rimanere uniti. Noi stiamo facendo questo cammino e il Pontefice ci ha incoraggiati a proseguire. Gli abbiamo chiesto di poterlo incontrare con tanti frati il 29 novembre di quest’anno, il giorno in cui si ricorda l’approvazione della Regola, e anche perché quest’anno si ricorda la famosa Bolla “Ite vos”, che sancì l’unificazione ma poi anche la separazione. E noi vogliamo ricordare quell’evento facendo un cammino al contrario, cioè di unificazione. È nella linea di quanto lo stesso Papa ci chiede, che si cammini cioè verso l’unificazione, il dialogo e la comunione.




Proprio di senso di unità parla anche padre Nicholas Edward Polichnowski, ministro generale del Terz’Ordine Regolare di San Francesco:

“Il Papa ci ha detto che abbiamo bisogno di un senso di unificazione. Nella famiglia francescana adesso stiamo compiendo proprio un movimento in tale direzione. Prima i Frati minori, i Frati conventuali, i Frati cappuccini e il Terz’Ordine erano indipendenti l’uno dall’altro. Ma con Papa Francesco si vive una visione, un senso di unificazione, sotto l’azione della misericordia”.

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