Mons. Marini ha parlato del significato di questa decisione di Papa Francesco al microfono di Paolo Ondarza della Radio Vaticana.
R. – Recentemente, il Santo Padre – dopo aver riflettuto – ha deciso di apportare una piccola modifica al tradizionale rito di imposizione del pallio agli arcivescovi metropoliti nominati nel corso dell’anno. La modifica è la seguente: il pallio, generalmente, veniva imposto in occasione della solennità dei Santi Pietro e Paolo dal Santo Padre ai nuovi metropoliti. Dal prossimo 29 giugno, in occasione della solennità dei Santi Pietro e Paolo, gli arcivescovi – come consuetudine – saranno presenti a Roma, concelebreranno con il Santo Padre, parteciperanno al rito di benedizione dei palli, ma non avranno l’imposizione: semplicemente, riceveranno in forma più semplice e privata dal Santo Padre il pallio a loro destinato. L’imposizione, poi, si effettuerà nelle loro diocesi di appartenenza, e dunque in un secondo momento, alla presenza della Chiesa locale e in particolare dei vescovi delle diocesi suffraganee accompagnati dai loro fedeli.
D. – Qual è il significato di questa modifica?
In questo senso, si mantiene tutto il significato della celebrazione del 29 giugno, che sottolinea la relazione di comunione e anche di comunione gerarchica tra il Santo Padre e i nuovi arcivescovi; allo stesso tempo, a questo si aggiunge – con un gesto significativo – questo legame con la Chiesa locale.
D. – Potremmo dire che si tratta di un gesto che arricchisce e quindi non svuota il senso della comunione …
R. – Certamente: lo arricchisce di questo significato, sicuramente molto bello, che si accompagna all’altro che permane in tutta la sua interezza e profondità.
Fonte. Radio Vaticana