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Martedì 4 agosto – Perdona le mie paure

Martedì 4 agosto - Perdona le mie paure[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, mentre egli avrebbe congedato la folla.Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù. La barca intanto distava già qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario. Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: «E’ un fantasma» e si misero a gridare dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro: «Coraggio, sono io, non abbiate paura». Pietro gli disse: «Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma per la violenza del vento, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: «Tu sei veramente il Figlio di Dio!». Compiuta la traversata, approdarono a Genèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati, e lo pregavano di poter toccare almeno l’orlo del suo mantello. E quanti lo toccavano guarivano. Matteo 14,22-36

Stare da soli.
In disparte.
A pregare.
A parlare.
A contemplare.
Che meraviglia.
E le ore passano.
E il sole se ne va.
E scende la sera.
Bisogna strapparle alla vita ore così, ore di solitudine e silenzio.

È necessario.
È vitale.
Mandare via tutti.
Per ritrovarsi da soli.
Per ritrovarsi.

Io ci provo a stare senza di te fisicamente.
Io ci provo ad allontanarmi da te, a non vederti per un giorno.
Ma poi arrivano le onde, il vento, ogni paura si risveglia.
E la paura mi acceca.
E non ti riconosco più.
E non ti credo più che ci sei, che sei tu.

Quando è notte. Tu ti fai vedere.
Quando è tempesta. Tu parli di coraggio.
Quando è mare. Tu cammini.
E io non ce la faccio.
Chiedo prove. Che non so compiere.
Faccio promesse. Che non so mantenere.

La verità è che io credo a quello che vedo. Non a te.
La verità è che io credo a quello che sento sotto i piedi. Mare, acqua e onde agitate. Non a te.
La verità è che io credo solo ai segni che fai. Non a te.
La verità è che io non credo.
Dammi la mano amore mio.
Portami con te.
Stai con me.
E tutto cesserà.
E tutto crederò.
Perdona le mie paure.
Perdonami.

Quanta fede ha la folla.
Ti aspettano a riva.
Sanno aspettarti.
Sanno credere in te.
Hanno tanta fede che solo un lembo del tuo mantello fa miracoli.
Che grande fede.

Io invece, sono con te, sempre.
Io vedo i tuoi miracoli, sempre.
Ti chiedo segni speciali e tu me li dai, sempre.
Eppure affondo.
Eppure non credo.
Senza fede, si affonda, anche stando davanti a te.
Senza fede, la paura vince, sempre.

Di Don Mauro Leonardi

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