Pubblicità
HomeNewsItaliae et EcclesiaLe frasi più celebri di Sant’Ignazio di Loyola (alle quali si ispira...

Le frasi più celebri di Sant’Ignazio di Loyola (alle quali si ispira spesso anche Papa Francesco)

Vogliamo proporvi e leggere insieme alcune frasi celebri di Sant’Ignazio di Loyola: aforismi e pensieri dagli scritti del religioso spagnolo che fondò l’ordine dei Gesuiti, conosciuto anche come Compagnia di Gesù, che spesso ispirano il pensiero stesso di Papa Francesco. 

Sant’Ignazio di Loyola

– L’uomo è creato per lodare, riverire e servire Dio nostro Signore, e così raggiungere la salvezza; le altre realtà di questo mondo sono create per l’uomo e per aiutarlo a conseguire il fine per cui è creato.

– Da questo segue che l’uomo deve servirsene tanto quanto lo aiutano per il suo fine, e deve allontanarsene tanto quanto gli sono di ostacolo.

– Perciò è necessario renderci indifferenti verso tutte le realtà create (in tutto quello che è lasciato alla scelta del nostro libero arbitrio e non gli è proibito), in modo che non desideriamo da parte nostra la salute piuttosto che la malattia, la ricchezza piuttosto che la povertà, l’onore piuttosto che il disonore, una vita lunga piuttosto che una vita breve, e così per tutto il resto, desiderando e scegliendo soltanto quello che ci può condurre meglio al fine per cui siamo creati.

– Non giurare, né per il Creatore né per la creatura, se non con verità, per necessità e con riverenza.

– E’ dello spirito cattivo rimordere, rattristare, porre difficoltà e turbare con false ragioni, per impedire di andare avanti.

– E’ dello spirito buono dare coraggio ed energie, consolazioni e lacrime, ispirazioni e serenità, diminuendo e rimuovendo ogni difficoltà, per andare avanti nella via del bene.

– Si intende per consolazione quando si produce uno stimolo interiore, per cui l’anima si infiamma di amore per il suo Creatore e Signore, e quindi non può amare nessuna delle realtà di questo mondo per se stessa, ma solo per il Creatore di tutte.

– Si intende per consolazione quando uno versa lacrime che lo portano all’amore del Signore, sia per altri motivi direttamente ordinati al suo servizio e alla sua lode.

– Si intende per consolazione ogni aumento di speranza, fede e carità, e ogni gioia interiore che stimola e attrae alle realtà celesti e alla salvezza dell’anima, dandole tranquillità e pace nel suo Creatore e Signore.

– Si intende per desolazione, per esempio, l’oscurità dell’anima, il turbamento interiore, lo stimolo verso le cose basse e terrene, l’inquietudine dovuta a diverse agitazioni e tentazioni: così l’anima s’inclina alla sfiducia, è senza speranza e senza amore, e si ritrova pigra, tiepida, triste e come separata dal suo Creatore e Signore.

– Come la consolazione è contraria alla desolazione, così i pensieri che sorgono dalla consolazione sono contrari a quelli che sorgono dalla desolazione.

– In tempo di desolazione non si deve mai fare mutamento ma restare fermo e costante nei propositi e nella determinazione in cui si stava nel giorno precedente a tale desolazione, o nella determinazione in cui si stava nell’antecedente consolazione.

– Come infatti nella consolazione ci guida e consiglia di più il buono spirito, così nella desolazione il cattivo, con i cui consigli non possiamo prendere la giusta strada.

– Nella desolazione giova molto cambiare intensamente se stessi contro la stessa desolazione; per esempio insistendo di più nella preghiera, meditazione,
esaminandosi molto e dando maggior spazio alla penitenza in modo opportuno.

– Chi sta in desolazione consideri come il Signore per provarlo lo abbia lasciato alle sue capacità naturali, perché resista alle varie agitazioni e tentazioni del nemico, lo può infatti, con l’aiuto divino che sempre gli resta, anche se chiaramente non lo senta, perché il Signore gli ha sottratto il suo molto fervore, grande amore e grazia intensa, lasciandogli tuttavia grazia sufficiente per la salvezza eterna.

– Chi sta in desolazione si sforzi di stare nella pazienza che è contraria alle vessazioni che gli vengono, e pensi che sarà presto consolato, se mette in pratica le misure contro tale desolazione.

– Il nemico si comporta come la donna che diventa debole davanti alla forza e forte davanti alla dolcezza.

– Quando sei consolato pensa a come ti troverai nella desolazione che in seguito verrà e accumula nuove forze per allora.

– Se sei nella desolazione, pensa che, con la sua grazia, puoi resistere, prendendo forza dal Signore.

– Il nemico si comporta come un falso amante che non vuole venire scoperto.

– Il nemico si comporta come un capo militare: dopo aver piantato la tenda di comando e osservato le postazioni o la posizione di un castello, lo attacca dalla parte più debole.




Redazione Papaboys (Fonte www.framor.com)

SCRIVI UNA RISPOSTA

Scrivi il commento
Inserisci il tuo nome