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”L’amore inatteso” è la storia di come un uomo sia stato controvoglia toccato dalla fede

Anne Giafferi racconta com’è possibile che un uomo di successo e “normale” diventi cattolico: «La sua è la relazione con una persona amata e reale».

L’amore inatteso (dal 21 marzo nelle sale cinematografiche), è un film tratto da una storia vera e descrive la conversione di un avvocato del bel mondo laico francese, dopo l’incontro con un prete cattolico.
Oggi sulla Stampa la regista Anne Giafferi, compagna dell’autore del libro Catholique anonyme, Thiery Bizot, da cui è tratta la vicenda, spiega che è «come se avesse vissuto un rapporto amoroso… con Gesù». «Nel film questa attrazione somiglia a una relazione extra-coniugale perché il protagonista prova amore per Gesù», dice. Inizialmente, il marito Antoine «lo nasconde, e la moglie finisce per soffrire di questa relazione inedita». Anche se, spiega la regista, «a differenza di quello che si vede nel film, sapevo che Thierry andava due volte a settimana alle sue sedute. L’ho lasciato fare, inconsapevolmente ero tranquilla». Giafferi pensa infatti che il suo uomo stia in un «posto squallido, al riparo da ogni tentazione». Poi il comodino che si riempie di libri su Gesù e «la paura che tutto questo acquistasse troppa importanza (…). Mi sono chiesta: “E se mi scaricasse per diventare prete?». abbraccio_materno_HD

L’OUTING CATTOLICO. La regista racconta la difficoltà ha parlare di questo avvenimento agli amici: «Oggi il condizionamento sociale – continua – rende difficile il “coming out spirituale”. La Chiesa cattolica è spesso percepita come vecchia, complessata, fuori moda». Anche per via delle «frasi già fatte e perentorie di certi credenti», che «risultano insopportabili per quelli che non hanno fede». Ma non solo. Nel film si parla anche di un pregiudizio enorme per cui sarebbe «difficile dire che uno è credente, o cattolico, senza dare l’impressione di dire che creda a Babbo Natale».

CHI È GESU’? Come se ne esce? La risposta la dà il protagonista, raccontando della scoperta dell’«amore di un Dio non inavvicinabile, come credevo da piccolo, ma umano, reale». Perciò la prima domanda posta dal prete durante il catechismo è “Chi tra di voi vuole essere amato?”», prosegue la regista. Per cui dall’iniziale perplessità poi tutti dal pubblico alzano le mani. È questo il messaggio del film che dice come «una persona “normale”, nel senso di equilibrata e poco vulnerabile, possa, controvoglia, essere toccata dalla fede».

@Tempi

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