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Intervista al responsabile di Manif Pour Tous Italia, Coghe: ‘non siamo omofobi’

Partecipanti al corteo di Manif Pour Tous France a Parigi.
Partecipanti al corteo di Manif Pour Tous France a Parigi.

Pubblichiamo in esclusiva l’intervista rilasciata dal Presidente di Manif Pour Tous Italia, Jacopo Coghe. Il pensiero unico sostenuto dalla teoria del genere, continua indisturbato il suo corso. La violenza con cui si afferma è preoccupante. La società si incammina verso una nuova forma di dittatura travestita di democrazia, la quale porterà nel tempo alla distruzione della struttura antropologica dell’uomo. Manifestare per la famiglia naturale e il sesso biologico dei bambini, è inteso dalla cultura odierna come attacco contro il mondo LGTB. Peggio ancora i cortei sono classificati dai giornalisti  ideologizzati e ben retribuiti, come covi di “tradizionalisti fondamentalisti cattolici”, e tanto altro. Niente di più sbagliato. Il popolo della Manif, al di là delle convinzioni politiche, religiose e culturali dei singoli, non manifesta contro nessuno, anzi rispetta le scelte degli altri. In democrazia tutti abbiamo diritto a dissentire. Affermare di non essere d’accordo con una certa visione dell’uomo, non significa protestare contro qualcuno, o peggio interferire sulla libertà personale. E’ la trappola mediatica costruita ad ok dalle potenti lobby gender, per scatenare sospetti, incomprensioni e polemiche. Non amano il contraddittorio. Comprano le adesioni alle idee con continue battaglie degne della propaganda di regime. La strada intrapresa dalle istituzioni, non promette nulla di buono. Il popolo non vuole arrendersi al dominio di pochi. E’ pronto a far sentire con forza la voce, per dire a tutti gli uomini di buona volontà, che la speranza per un mondo migliore per le future generazioni è ancora possibile costruirlo. Grazie Jacopo, ed ora ti cedo la parola!

A pochi giorni delle grandi manifestazioni a sostegno della famiglia svolte in Francia, Italia e in altri Paesi Europei, -dove peraltro abbiamo tutti apprezzato l’intervento che hai fatto durante il corteo-, giungeva la notizia che il Governo Hollande, aveva fatto marcia indietro sulla legge riguardante la famiglia. Un traguardo importante. Certamente si dovrà continuare a “vegliare”, affinchè le disposizioni liberticide non prendano il sopravvento. Accanto a questa confortante notizia, apprendiamo che il Parlamento Europeo ha dato il via  libera al rapporto Lunacek. Certamente in futuro sarà sempre più difficile affermare in pubblico, i “valori non negoziabili” in questo clima incandescente foraggiato dalle leggi ideologiche. Cosa ne pensi? “Certamente le manifestazioni europee dello scorso 2 Febbraio hanno dato un segnale molto forte ai Governi sulla crescente sensibilità della popolazione riguardo alle tematiche della famiglia, dei matrimoni tra persone dello stesso e dell’ideologia del gender. In Francia il Governo Hollande sta visibilmente tirando il freno a mano su tali questioni. Questo però non può in alcun modo permetterci di cantare vittoria troppo presto o pensare superficialmente di poter allentare la tensione su questi argomenti. L’approvazione all’ONU di una  risoluzione alternativa al documento Lunacek, ma sostanzialmente identica all’originale, ne è la conferma. L’impegno della Manif Puor Tous, sia come associazione italiana, sia come movimento extra nazionale, deve concentrarsi ormai anche sui durissimi attacchi alla Famiglia che provengono dall’ONU.

 Il meccanismo ideologico di scardinamento dei valori fondanti di tutte le Costituzioni degli Stati Membri dell’Unione Europea, che si attua attraverso la distruzione della famiglia, la prevaricazione dei diritti dei bambini e l’ ipersessualizzazione degli stessi, oltre alla mercificazione del corpo della donna, sono ormai brutali realtà e il nostro obbiettivo come associazione di cittadini laici è mostrare il lato oscuro e distruttivo di questa propaganda ideologica. Certamente diventa ogni giorno più difficile e anche rischioso, proprio nel senso concreto che con l’approvazione del DDL Scalfarotto si rischierà il carcere nell’ affermare questo; ma la cosa non ci spaventa e non ci deve scoraggiare. Sappiamo che tutelare la famiglia e i bambini significa tutelare la società stessa e il suo futuro e su questo punto non scenderemo a compromessi nè con i Governi Nazionali, nè tanto meno con l’UE.  Facciamo altresì appello a tutte le istituzioni e agli organi preposti alla cura e alla difesa dei bambini e della famiglia perché anche loro si mettano in moto per difenderla concretamente”.

Quale era il clima che si respirava a Parigi? “L’allegria e la moderazione sono state  il filo conduttore di tutte le manifestazioni della Manif Pour Tous. In particolar modo in quella di Parigi, dove sono scese in piazza circa 500,000 persone e dove ho potuto vedere di persona la totale buona fede della gente e degli organizzatori stessi. Non siamo una coalizione di indignati omofobi, come la stampa ideologgizata vuol far credere (Corriere della Sera,  Repubblica, Le Monde). A Parigi c’erano Famiglie, bambini grandi e piccoli, nonni, giovani, adolescenti, professionisti e gente comune, eterosessuali e omosessuali, credenti e non credenti e non una bottiglia è stata rotta; non una vetrina danneggiata; non c’è alcuna ostentazione di presunta superiorità nella nostra protesta, solo il volto vero della Famiglia, che finalmente scende in piazza e si mobilita per difendere se stessa e la sua prole da un attacco insensato e ingiustificato, di fronte al quale abbassare le difese, significherebbe rimanere inermi a guardare il suo annientamento politico e sociale. Ricordiamo come il sommo poeta Dante si esprime nei confronti degli ignavi : “Fama di loro il mondo esser non lassa; misericordia e giustizia li sdegna: non ragioniam di lor, ma guarda e passa”.

Il rapporto Lunacek, è la dimostrazione della prevaricazione dei poteri forti rappresentati dalle lobby, sul volere del popolo. Cosa cambia con l’approvazione del rapporto, nella formazione delle coscienze? “Due profili. Il primo riguarda il processo decisionale democratico: le tematiche del diritto di famiglia, dell’educazione o comunque legate a questioni etiche sottostanno al principio si sussidiarietà, ovvero se ne occupa chi ne ha la responsabilità più diretta: famiglia ed enti locali. In tal senso la decisione del Parlamento Europeo è un gravissimo precedente. In secondo luogo, questo tipo di decisioni non sono prese per dare risposta ad un effettiva necessità sociale, ma anzi per “creare” una questione che spesso di per sé non esiste: la stessa Lunacek ha affermato che decisioni politiche a livello superiore sono in grado di influenzare la coscienza di cittadini che magari neanche si ponevano certi problemi. Infine si può individuare la presenza nel rapporto dei soliti progetti scolastici sull’educazione sessuale e sulle questioni legate al genere e agli orientamenti sessuali. Anche qui, violazione dei diritti naturali della famiglia; anche qui, non per risolvere un problema che esista davvero ma per fondare una nuova società di pensiero”.

E’ strano. Tutti quelli che hanno combattuto la Chiesa Cattolica per lo scandalo della pedofilia, ora sono i paladini di una legge (rapporto Lunacek) che apre in maniera camuffata alla legalizzazione della pedofilia. Si tratta di lupi travestiti da agnelli? “Non esprimo un giudizio in tal senso perché l’ovvietà di determinati atteggiamenti e la contraddittorietà delle posizioni di molti esponenti del mondo politico riguardo al giudizio sulla pedofilia e alle sue conseguenze psicologiche sui bambini li smentisce da sé. Un vecchio detto dice: “il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi!”.

Nei paesi del Nord Europa e non solo, i pedofili si stanno organizzando in partiti e richiedono il “diritto” di amare  i minorenni. La mercificazione del corpo, porta a considerare ogni voglia “legittima” in nome della libertà di scelta. Quali saranno le conseguenze di questo nuovo fronte anti-umano che viene assorbito e legittimato dalla politica? “Senza dubbio la prima conseguenza logica di questa mentalità che mette al centro la persona (adulta) e le sue pulsioni, a discapito di chiunque, soprattutto dei bambini e delle donne, in virtù di una libertà assoluta dell’individuo, che tutto è tranne che amore, è la disumanizzazione della società. Questo progressivo sdoganamento di ogni principio antropologico, naturale e morale porta ad un  impoverimento anzitutto dei giovani. Secondo questo principio i ragazzi vengono sottratti alla legittima educazione dei genitori, diritto peraltro sancito dalla nostra Costituzione, e spinti dalle istituzioni e dalla scuola stessa ad una scoperta morbosa e sempre più precoce della sessualità, diventando così carne da macello per l’industria pedopornografica, bruciando sempre più precocemente tappe che sono invece fondamentali per la formazione sana e d equilibrata della loro identità e autostima.  Oltretutto, grazie a questi progetti istituzionali, diventa sempre più semplice e rapido il ricorso a tecniche anticoncezionali e abortive, che li costringono a vivere l’esperienza della sessualità solo ed esclusivamente come un mero soddisfacimento dei propri desideri, scollando definitivamente l’esperienza sessuale e la procreazione dall’amore. Tutto ciò ovviamente a discapito di principi basilari come  il rispetto di sé e degli altri, la solidarietà, la stima e il controllo di sé, principi senza i quali ci ritroviamo ad avere bambini che sono “sessualmente adulti” in un’età in cui invece le  loro priorità e attenzioni non sono ancora coinvolte dalla sfera sessuale, e che per contro diventano poi adulti eternamente infantili, incapaci di rinunciare ai loro capricci e ai loro desideri per un bene più grande, come quello della società. Per non parlare delle ben note e disastrose conseguenze psicologiche che il comportamento disordinato della pedofilia produce in loro. La politica e le istituzioni non possono in alcun modo rendersi complici di questo delitto al diritto all’infanzia!”.

La vita, la famiglia, l’eutanasia, non appartengono all’etica “soggettiva”, ma a quella “oggettiva”. In base a questa “interpretazione” sostenuta dal relativismo aggressivo, sono nati i movimenti e le associazioni che favoriscono la cultura della morte, in nome di “quello che io voglio è giusto”, dunque deve essere riconosciuto. In futuro sarà possibile trovare dei punti di dialogo per il bene dell’uomo? “Senza dubbio il sentimento che ci muove è la Speranza, quindi ci auspichiamo che la mobilitazione e la formazione dei cittadini da noi intrapresa  porti ad una progressiva presa di coscienza nazionale che permetta alle Istituzioni un dialogo sereno ed equilibrato tra tutte le parti. Questo dialogo però potrà essere così intrapreso a condizione che ci siano, com’è logico, coordinate comuni stabilite dal buon senso, altrimenti sarebbe come un parlare tra sordi”.

A Parigi, capitale della laicissima Francia, qualcosa è cambiato. Si respira aria nuova. La manifestazione di domenica scorsa ha dato un segnale forte, non solo ai fratelli d’oltralpe, ma a tutta l’Europa. In Italia la notizia è stata accolta con freddezza. Sicuramente non è avvenuto quello che si aspettavano. I politici italiani pensano che il nostro paese sia indietro, quindi è necessario spingere verso i matrimoni gay, uteri in affitto, fecondazione eterologa ed eutanasia in nome della modernità. L’approvazione dei suddetti progetti di legge, sono  davvero “valori moderni”, oppure rappresentano l’abbaglio più grande per la società? “Ritengo che il termine “progresso” inteso come un’omologazione assoluta del pensiero e dell’etica, non sia affatto un valore positivo e che non tutti i cosiddetti “passi avanti” compiuti dalla società siano necessariamente una conquista positiva per l’uomo. Bisogna tenere presente che l’uomo è un essere misterioso e per la gran parte sconosciuto anche a sè stesso. Nessuno Stato o assemblea sovrannazionale, anche se democraticamente eletta, può arrogarsi il diritto di imporre una certa visione dell’uomo. Compito degli Stati è piuttosto quello di creare le condizioni per cui ogni individuo possa sviluppare serenamente la propria identità nel rispetto assoluto di regole condivise che tutelano in primis i più deboli e poi la collettività. Ritenere come “moderne”, nel senso di conquiste positive, e valide per la società  determinate ideologie e visioni dell’uomo non è necessariamente una scelta critica e saggia: questo è il caso dell’ideologia del gender e delle sue aberranti conseguenze. Il fatto che fortunatamente l’Italia non abbia ancora aperto totalmente le porte a questo stravolgimento antropologico e sociale, non è affatto una zavorra per il nostro Paese, bensì denota la solidità e la validità nel tempo dei valori che sono alla base della nostra Costituzione; e mostra  la stabilità che deriva dall’essere radicati su principi universali non soggetti alle mode o ai dictat del pensiero unico dilagante”.

I media hanno marchiato la manifestazione di Manif Pour Tous, come “bigotta”,  “anti-gay”, “tradizionalista” e tanto altro, travisando così la natura stessa del corteo. Al contrario, vi hanno partecipato laici, religiosi di ogni confessione, imprenditori, professionisti, gente comune. Di cosa hanno paura i media controllati dalla politica sostenuta dalle grandi lobby gender? “L’atteggiamento di chi  nega a tutti i costi che le tesi e le argomentazioni che sono alla base del movimento della Manif Pour Tous siano di natura esclusivamente laica, antropologica, scientifica e di buon senso, conferma l’intento subdolo e scorretto di voler azzittire ad ogni costo chi la pensa diversamente da noi, semplicemente accusandolo di omofobia. Questo svela il reale intento della legge Scalfarotto: mettere un bavaglio sulla bocca e sulla coscienza della popolazione per far passare senza alcuna opposizione leggi inutili, pericolose e tiranniche! Questo è l’atteggiamento tipico di chi sa di non avere dalla sua ragioni convincenti e teme il confronto, ma vuole imporle lo stesso con la forza. È il principio alla base di ogni ideologia, ossia una forzatura della realtà a partire da un insieme di idee (scientifiche o presunte tali) tenute insieme da un obbiettivo da raggiungere: in questo caso negare la differenza sessuale e imporre come legge di Stato le conseguenze logiche di questa ideologia”.

Jacopo, ti ringraziamo per il tempo che ci hai dedicato. Ma soprattutto per il tuo impegno a favore della famiglia naturale. “Siamo a termine dell’intervista. Vuoi lanciare un ulteriore appello ai nostri lettori?  “Sono io a dover ringraziare voi per esservi fatti portavoce del buonsenso e della tutela dei bambini e della famiglia. Ognuno di noi a in cuor suo quale sia la verità, perciò l’appello che voglio fare ai nostri lettori da queste pagine è semplicemente quello di risvegliare le proprie coscienze per unirsi insieme ad attizzare fuochi e testimoniare che due più due fa quattro, a sguainare spade per dimostrare che le foglie sono verdi in estate”. a cura di Ornella Felici

Ecco il video dell’intervento del presidente di Manif Pour Tous Italia a Parigi, nella manifestazione a cui hanno partecipato più di 500.000 mila persone a sostegno della famiglia naturale e del sesso biologico dei bambini:
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