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HomeNewsFamilia et MensIn alcuni casi, la scienza fa... miracoli! Così sono salvate 2 vite!

In alcuni casi, la scienza fa… miracoli! Così sono salvate 2 vite!

Evitate una serie di complicazioni alla mamma e al nascituro, una bimba sanissima di 3,6 kg.
Nasce una nuova tecnica epidurale d’avanguardia all’Ospedale S. Giovanni Addolorata di Roma, mettere in sicurezza un parto ad altissimo rischio non è più un utopia.

L’intervento ha avuto successo e mamma e bambina stanno bene. La paziente, primo caso in Italia e nel mondo, ha ricevuto una “epidurale econavigata con accuro”, un dispositivo a ultrasuoni che consente una precisa e sicura localizzazione del punto dove fissare l’analgesico e ridurre cosi praticamente a zero i possibili effetti collaterali propri dell’epidurale e che potevano essere letali viste le condizioni della donna. “La paziente, affetta dalla malformazione neurologica congenita di Arnold Chiari, che comporta un elevato rischio di gravi complicanze neurologiche(quali l’erniazione cerebrale), ostetriche e anestesiologiche – spiega l’Azienda in un comunicato stampa – è riuscita in questo modo a partorire spontaneamente, evitando un più impegnativo taglio cesareo”. E cosi, dopo 23 ore, di travaglio è nata una bambina in salute e in carne pesando ben 3620 grammi.






Il primo intervento di questo tipo in Italia è stato eseguito da Marco Traversa, medico anestetista che presso il S. Giovanni dirige l’ unita ospedaliera di partoanalgesia: ’’L’utilizzo di questa tecnica innovativa – dichiara Traversa – è stato possibile grazie alla collaborazione piena dei team di anestesia e ginecologia diretti rispettivamente da Nicola Volpe e Francesco Maneschi. Grazie alla loro competenza e disponibilità del personale si è potuto effettuare in tutta sicurezza la procedura di analgesia epidurale, altrimenti molto pericolosa in un caso di tale genere. Per questo ringrazio tutto lo staff di anestesisti e quello delle ostetriche e ginecologhe, che hanno permesso una gestione così brillante di un caso tanto impegnativo, complicato da difficoltà legate a mancanza di immagini di risonanza magnetica, diabete gestazionale e induzione lenta del travaglio di parto”.




Fonte:  www.affaritaliani.it

 

 

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