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Il Vescovo di Bergamo: Giovanni XXIII aveva il dono di rendere le persone migliori

Molti fedeli bergamaschi hanno partecipato stamani nella chiesa romana di San Carlo al Corso, dove Papa Roncalli era stato ordinato vescovo, alla celebrazione eucaristica di ringraziamento per la Canonizzazione di Giovanni XXIII. La Santa Messa è stata concelebrata da mons. Francesco Beschi, vescovo di Bergamo, e dal cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo emerito di Milano. Giovanni XXIII è Santo. “La proclamazione di questo dono davanti alla Chiesa e al mondo – ha detto mons. Francesco Beschi – alimenta la speranza che scaturisce dal Vangelo e da coloro che lo testimoniano in modo luminoso”: “Noi vogliamo raccogliere questo dono che è innanzitutto la consapevolezza della ricchezza, del tesoro di fede della terra in cui lui è nato. Un tesoro che, dobbiamo riconoscere, si è conservato anche se sentiamo tutto l’impegno di rinnovare, di alimentare questa fede. Un dono preziosissimo, poi, viene dai tratti di Papa Giovanni, quindi di questa sua capacità di incontrare il cuore di ogni persona: ogni persona si è riconosciuta incontrata da lui”. Papa Roncalli – ha aggiunto il vescovo di Bergamo – aveva il dono di far germogliare, nelle persone, i semi della fraternità e della solidarietà: “Papa Giovanni aveva il dono di suscitare la parte migliore di ciascuna persona che avvertisse la sua parola, il suo gesto, il suo magistero. E poi, mi sembra assolutamente doveroso – nel senso che è un dovere morale – raccogliere appunto il rapporto tra questa grande intuizione spirituale di Papa Giovanni – docilità allo Spirito, come dice Papa Francesco – in relazione al Concilio. Quindi, parlare di Papa Giovanni vuol dire anche continuamente attingere di nuovo a questa grande esperienza di Chiesa che traccia la strada per il futuro”.

Durante l’omelia, mons. Beschi ha letto il messaggio che ieri ha consegnato a Papa Francesco, in risposta a quello che il Santo Padre aveva rivolto alla comunità bergamasca, esortata a custodire la memoria del terreno in cui è nata la santità di Papa Roncalli, ad accogliere il cambiamento e a camminare con convinzione lungo la strada tracciata dal Concilio. Si tratta – ha spiegato il vescovo di Bergamo – di un invito che richiede in risposta un’autentica testimonianza: “L’invito è molteplice. Mi sembra di poter dire che la comunità bergamasca, anche nella storia attuale, sia disponibile a raccogliere questi inviti. Si tratta effettivamente di non lasciare questo fatto soltanto alla bellezza della celebrazione, ma di portarlo, poi, nella nostra vita quotidiana. E’ quello che mi auguro. Debbo dire che ci confido con grande convinzione”. Il cardinale Dionigi Tettamanzi ha infine ricordato che la vocazione alla santità interpella ogni cristiano: “Diciamo grazie al Signore per questa santità che è una ricchezza per la Chiesa e per l’umanità. Ma il vero problema è ciascuno di noi, che ha un disegno grandioso da parte di Dio: quello di renderci tutti santi. Cambierebbe la Chiesa, perché sarebbe più evangelica. Ma cambierebbe anche la nostra società, nel segno di una maggiore solidarietà e giustizia, con un’attenzione particolare a chi soffre”.  di Amedeo Lomonaco

 

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