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Vangelo (16 ottobre): Non sarà dato alcun segno a questa generazione, se non il segno di Giona

Non sarà dato alcun segno a questa generazione, se non il segno di Giona.Lc 11,29-32
Non sarà dato alcun segno a questa generazione, se non il segno di Giona.

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».

Spesse volte la religione manca di sapienza, intelligenza, acume, diligenza. È semplicemente priva della sua verità. È facile, molto facile, la trasformazione della fede in una pratica religiosa vuota di sani principi e di veri contenuti. Sovente accade anche che essa divenga superstizione, idolatria, empietà. La mente dell’uomo sempre cerca di introdursi nel pensiero di Dio e di prenderne il posto, scacciandolo del tutto.

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Quando questo accade è la fine della fede e la religione si corrompe all’istante. Senza la purezza della verità rivelata, contenuta nella Parola del Signore, ogni rapporto con Dio e con gli uomini viene sfasato, perché carente della luce divina che necessariamente deve illuminare ogni cosa. Il segno non è la verità della fede. Esso serve per condurre alla verità. Poiché però chi deve leggere il segno è la mente dell’uomo, ad esso si potrà dare qualsiasi contenuto, di luce e di tenebre, di bene e di male, di giustizia e ingiustizia, di santità o di peccato. Una mente corrotta tutto corrompe. Una mente di luce tutto illumina di santa ed onesta verità.

Perché la mente possa cogliere la luce divina nei segni di Dio è necessario che sia senza peccato, che dimori nella Parola, che ami il suo Dio, che ne rispetti ogni suo intervento nella storia. Se però la generazione è malvagia, così come Gesù sta attestando di essa – è la sua attestazione è più che vera perché fatta nello Spirito Santo – da un cuore perverso, cattivo, malvagio, immerso nel peccato quale luce potrà mai venire fuori? Nessuna. Qualsiasi segno santo dato da Gesù Signore verrebbe interpretato secondo falsità, mai secondo purissima verità divina.

Lo attesta il fatto che Gesù ha scacciato un demonio muto, uno spirito impuro e i farisei lo hanno accusato di essere alleato di Beelzebùl. Il segno più grande della presenza di Dio in Gesù Signore è stato interpretato come segno inconfondibile della presenza e della vicinanza di Gesù con il principe delle tenebre. Queste cose sa fare una mente malvagia. Un cuore imbevuto di peccato a tanto arriva. Gesù non può dare un segno a questa generazione. Qualsiasi segno darebbe loro, anche il più eclatante, dalla mente cattiva sarebbe stravolto. Urge molta prudenza, saggezza, infinita accortezza nella pastorale. Prima di rispondere agli uomini, sempre si deve interpellare lo Spirito di Dio.

Mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Ninive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona.

Gesù dona loro come segno la sua Parola. Questa basta per attestare la sua origine dal Padre. Così facendo si inserisce a pieno titolo nella tradizione biblica. Giona non diede nessun segno a quelli di Ninive. Disse soltanto una frase: “Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta”. La città peccatrice si convertì per queste poche parole. Neanche Salomone fece segni con la Regina del Sud. Le mostrò soltanto un po’ della sua sapienza. Quella rimase sbalordita dalla mente così vasta di cui godeva Salomone. Giona disse una parola di Dio. Cristo è la Parola eterna di Dio. Salomone era saggio, anche se oltre misura. Gesù è la saggezza eterna, divina ed umana insieme. Qual è la risposta della sua generazione dinanzi a questa unicità di Gesù Signore? La perfetta incredulità. Peggio. Si andava da Lui, si prendeva il miracolo, si lasciava la verità della conversione e della salvezza. Si usufruiva della potenza taumaturgica di Gesù Signore, ma non si gustavano i frutti della sua verità. Si prendeva l’effimero, si rifiutava l’eterno. Si pensava al corpo, ci si dimenticava dell’anima.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la vera fede nella Parola.




Commento a cura del Movimento Apostolico

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