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Il musical è giovane. A Padova spettacolo e buona formazione

Eccomi_sono_quipNEXT MUSICAL GENERATION – La prima edizione si è svolta nella città veneta dal 19 al 21 settembre, registrando ottimi risultati di pubblico e il tutto esaurito dei laboratori disciplinari. Hanno partecipato un centinaio di ragazzi dai 15 ai 25 anni, provenienti da tutta Italia. Rappresentati quattro musical diversi. Questa manifestazione può considerarsi una sorta di spin-off de ”I Teatri del Sacro”.

“Il teatro è un gioco in cui o si vince o si perde tutti, pubblico compreso”. Con questa riflessione di Saverio Marconi (veterano del teatro e maestro del musical italiano, fondatore della Compagnia della Rancia), si è aperta venerdì 19 settembre a Padova la tavola rotonda inaugurale del “Next Musical Generation”, evento nazionale organizzato da Federgat in collaborazione con il Progetto Culturale, l’Ufficio nazionale Comunicazioni sociali e la Pastorale giovanile della Cei, l’Acec e la diocesi di Padova, dedicato al musical e alla fortuna che riscuote presso le giovani compagnie che popolano parrocchie e sale della comunità. La prospettiva educativa e profondamente formativa del teatro, che il musical offre nella pienezza delle sue potenzialità espressive, perché armonica fusione di recitazione, danza e canto, era annunciata già nel titolo della tavola rotonda (“Fare Musical: prospettive educative e creative”) ed è stata poi confermata nel programma della due giorni padovana con tre laboratori, uno per ciascuna delle tre discipline citate, cui hanno partecipato un centinaio di ragazzi dai 15 ai 25 anni, provenienti da tutta Italia.
Stile informale, rigore nei contenuti. Lo stile del “Next Musical Generation” si è rivelato sin dal primo appuntamento partecipato e informale, ma estremamente serio e rigoroso per contenuti: dopo l’intervento di Saverio Marconi, infatti, si sono succeduti quelli di Carlo Susa (storico del teatro) a sottolineare come fossero già “teatro musicale” gli spettacoli della Grecia classica o di Shakespeare (scritti pensandone musica e movimenti corali in diversi punti), e Giorgio Bonaccorso (Istituto di Liturgia Pastorale di Santa Giustina di Padova) a ricordare la dimensione rituale del teatro e quindi la sua portata comunitaria, intimamente connessa a quella della messa.
Una platea interessata. In platea curiosi, appassionati, giovani e meno giovani gremivano la sala. Sarà che il musical, o teatro musicale (come ama dire Marconi, indicandone un italianissimo precedente nell’opera e rivendicando quindi anche per le produzioni nostrane dignità e capacità spettacolari pari a quelle di Broadway), ha diverse forme e una complessità di messa in scena notevole, ma ripaga con spettacoli di impatto e coinvolgenti, destinati a tutti, riuscendo a essere popolare laddove il “teatro” può a volte essere elitario, immediato e apparentemente semplice anche quando affronta temi delicatissimi, come quelli della fede. Ed è questo il caso degli spettacoli in programma al “Next Musical Generation”.
 In scena quattro musical diversi. Due sale della comunità, l’MpX – Multisala Pio X e il Piccolo Teatro, sono state palcoscenico per quattro musical diversi, tutti frutto dell’impegno e dell’entusiasmo di compagnie amatoriali e scelti (tre di questi) durante le selezioni della passata edizione de I Teatri del Sacro, di cui la manifestazione padovana può considerarsi una sorta di spin-off. In scena, in ordine di apparizione: la commedia musicale “L’inatteso”, del Gruppo Teatrale in Cammino di Cassina de’ Pecchi (Mi), che immagina il ritorno di Gesù nel quotidiano dei nostri giorni; “Eccomi sono qui”, il musical sulla figura di Maria scritto in musica, parole e coreografie dalla compagnia di giovanissimi Metanoeite (Caltanissetta); “Tu es Petrus”, sugli ultimi giorni dell’apostolo che ha fondato la Chiesa, messo in scena dalla compagnia Facce da Schiaffi di Cesena; “Il cantico del pianeta”, spettacolo che ha preso forma solo domenica 21, con la composizione in un unico lavoro del frutto di laboratori che gruppi di ragazzi della diocesi di Padova hanno svolto, senza mai incontrarsi, a partire dai quattro elementi del creato.
Spettacolo e formazione. Come è nel Dna della Federgat, alla parte spettacolare, Next Musical Generation ha affiancato quella formativa, con tre laboratori intensivi mattutini, divisi per ambito disciplinare, che hanno registrato da subito un boom di iscrizioni. Giovanni Scifoni, Chiara Luppi e Joe Lampugnani sono stati i tre professionisti che hanno guidato le classi rispettivamente di recitazione, canto e danza. Se i primi prendendo a pretesto Il sogno di Strindberg hanno affrontato la capacità dell’attore di dare senso alla parola, i secondi si sono esercitati sulle musiche di Pinocchio e i terzi con il ritmo coinvolgente del tip-tap, che rimanda alle atmosfere magiche dei musical degli anni ‘40. Così alla teoria si unisce la pratica, all’esperienza del processo creativo la riflessione sul suo risultato in scena. Il calore del pubblico, inizialmente disorientato rispetto a un’offerta in cartellone forse diversa dal solito, ma conquistato mano mano e divenuto, appuntamento dopo appuntamento, parte anch’esso della “festa con cui il teatro celebra la vita” – per dirla con Bonaccorso – è stato il segno più evidente del felice esito di un’iniziativa nata come un esperimento e conclusasi nella speranza dei partecipanti a ritrovarsi ancora insieme. Magari a teatro, battendo il ritmo di un bel musical. di Tiziana Vox per Agensir

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