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Cosa abbiamo fatto davanti alla RAI?

rai.tn2E’ appena terminata la preghiera davanti alla RAI. Come credenti abbiamo pregato con l’immagine della Madonna e il Crocifisso; un Santo Rosario, ed un po’ di invocazioni. Eravamo un piccolo gregge, come i dodici apostoli (ma un pò di più di 12), mandati da Gesù in tutto il mondo per portare il suo messaggio di salvezza. Da cittadini ci siamo indignati per l’offesa al sentimento religioso di tanti altri fratelli e sorelle. Ricordiamo il motivo della protesta: “Il repertorio dell’artista entra nel reato di offese ad una confessione religiosa mediante il vilipendio, previsto e punito dall’art. 403 del Codice Penale. Inoltre, l’art. 25, primo comma, del Regolamento del Festival, afferma: “gli artisti durante le loro esibizioni non potranno assumere atteggiamenti e movenze o usare abbigliamenti e acconciature in contrasto con i principi del buon costume ovvero in violazione di norme di legge o di diritti anche di terzi”. La preghiera davanti alla RAI, “non vuole attaccare il diritto alla libertà di espressione” ma “tutelare cattolici e persone di buona volontà che si sentono offesi da chi altera la figura di Cristo”. Abbiamo accolto in queste ore nei nostri canali di comunicazione una valanga di commenti, sulla momento di riflessione portato avanti contro la blasfemia. Siamo stati definiti catto- esaltati, omofobi della prima ora, e ancora parlate tanto di tolleranza, amore per il prossimo, perdono e libertà, ma siete intolleranti ed oscurantisti oltre l’estremo! Volete imporre le vostre credenze agli altri con ogni mezzo ed avete anche l’ardire di considerarvi nel giusto!”. Accogliamo tutte le indicazioni, in spirito di dialogo. La cultura odierna, non permette il dissenso. Quando il pensiero non si allinea con il politicamente corretto, l’attacco diventa feroce.

Affermare le proprie posizioni forse significa non avere rispetto per gli altri? Oppure credere di essere nel giusto e gli altri nell’errore? In democrazia, siamo liberi di manifestare. La libertà di espressione è fondamento della laicità dello stato. Se ci sentiamo feriti nella coscienza religiosa, abbiamo il “diritto” come tutti gli altri di far sentire alta la voce. Secondo le riflessioni di alcuni, le manifestazioni degli altri sono corrette perché aiutano il progresso dell’uomo, mentre quelle portate avanti dai cattolici, sono contro di esso. Certamente, quando le posizioni sono strumentalizzate da coloro che si sentono infastiditi della presenza dei cristiani nella vita pubblica, i ponti si trasformano in muri, le strade in barricate. Nessuno condanna le persone. Avviene però, che quando le idee per cui si manifesta sono contrarie alle ideologie imperanti, si scatenano attacchi livorosi e pieni odio. Nelle nostre pubblicazioni, abbiamo sempre rispettato gli altri, anche quelli di cui non condividiamo le posizioni. Affermare di non essere d’accordo con la partecipazione di Rufus, non è mancanza di rispetto nei confronti della persona, o peggio segno di oscurantismo religioso. La legge tutela il sentimento dei singoli e condanna il vilipendio e il cattivo costume. Strumentalizzare la libertà di pensiero, per affermare le proprie ideologie è molto inquietante. A volte ci accorgiamo dai commenti, che alcuni nemmeno leggono il contenuto dell’articolo. Per posizione presa, attaccano, solo perché i papaboys o altre organizzazioni cattoliche protestano.

E’ strano, gli stessi paladini che difendono il progresso dell’uomo, non osano mai dire una parola contro l’Islam. Forse immaginiamo perché. Non risulta che tutta questa brava gente sia andata in massa nei paesi islamici a contestare Maometto… o peggio montare le scenate a cui siamo abituati a favore della libertà. Avviene pertanto che nelle scuole vogliono togliere il crocifisso perchè offensivo nei confronti di appartenenti ad altre religioni, e per gli stessi motivi, diventa sempre più difficile celebrare una Messa a Natale per gli studenti; in alcune città, all’avanguardia, non si può più parlare neppure di Natale, ma di festa dell’amicizia, della luce, dell’inverno, e chi più ne ha più ne metta, persino il presepe viene considerato offensivo… Poi una rispettabile dirigente RAI invita a Sanremo un cantante, blasfemo, forse satanista, che si è presentato in passato “crocifisso” c una canzone dal titolo e… questo va bene perchè in fondo chi offende? I cristiani forse? Ma no, il cristiano deve subire e basta! Diceva il Padre Lagrance: “La Chiesa è intransigente sui principi, perché crede, è tollerante nella pratica, perché ama. I nemici della Chiesa sono invece tolleranti sui principi, perché non credono, ma intransigenti nella pratica, perché non amano”. La comunità ecclesiale, non ha paura di mostrare il suo peccato. Certamente nel corso della storia si sono fatti tanti errori, causando alla gente pene insopportabili. Al di là degli attacchi dei media che hanno creato luoghi comuni pericolosi, solo la Chiesa è stata capace di chiedere pubblicamente perdono a tutti coloro che sono stati oggetto di violenze e soprusi da parte del clero. Commenta un amico di FB: “il male di molti fra noi giovani, o ex giovani, di questo mondo terminale post-sessantottardo non sta tanto nella volgarità, nella bassezza o nella meschinità che ci caratterizzano (quelle ci sono sempre state), quanto piuttosto nel COMPIACERSI della propria volgarità, bassezza e meschinità; ovvero il grufolare nel fango ma sogghignando, facendo finta che nutrirsi di deiezioni ed escrementi sia trend, fico, gagliardo, persino “rivoluzionario”, quando in fondo non si é altro che dei mediocri, degli sfigati, degli esemplari di fallimento umano”.

Quali sono i motivi degli attacchi alla Chiesa? Perché le grandi lobby hanno la chiesofobia? Come mai l’ONU ha scelto proprio questo momento per attaccare la Chiesa cattolica con tanta feroce determinazione? Non è azzardato credere che dietro l’intervento del Comitato si trovi il fronte delle lobby malthusiane (femministe, abortiste, omosessualiste), che, per strade diverse, ma convergenti, mirano alla riduzione della popolazione mondiale. Queste lobby, da sempre influentissime a Ginevra come a New York hanno cominciato ad avvertire la crescente, sempre più forte e forse inaspettata opposizione dei popoli ai loro progetti. Preoccupate dalle avvisaglie di possibili, future sconfitte (la sospensione del varo del nuovo diritto di famiglia in Francia, il progetto di una nuova legge sull’aborto in Spagna), hanno individuato nella Chiesa cattolica l’elemento catalizzatore della resistenza in Europa e in Occidente. Di conseguenza, contando su quel po’ di autorevolezza che ancora le rimane, hanno deciso di far scendere in campo l’ONU in prima persona. Evidentemente tutto ciò, ha un riflesso bene preciso in tutti gli stati membri dell’Unione Europea inclusa l’Italia. La RAI, come strumento pubblico, ha fatto entrare nella programmazione, ideologie pericolose allo sviluppo della società. Pensate agli spot pubblicitari mandati in onda negli ultimi giorni. Sono pericolosissimi per la crescita dei bambini. Creano una mentalità distorta della vita. Servizio Pubblico è rispetto morale  civile di tutte le realtà della nostra Nazione!

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Dal caso Rufus a Sanremo -precisiamo che non siamo contrari alla manifestazione che ha fatto apprezzare nel mondo la qualità dei cantanti nostrani, ma a tutto ciò che viola le disposizioni del regolamento del festival e delle leggi dello stato-, agli spot pubblicitari  per il canone (vedi video qui sotto). Rai, voi affermate la negazione della dimensione della Persona a favore delle nuove ideologie foraggiate dalle grandi lobby economiche! Questa non è più Rai! Tornate a casa per riflettere sulla vostra vita e pregare (se siete credenti, altrimenti basta un buon esame di coscienza). Gubitosi –Tarantola, se non farete chiarezza, chiediamo a voce alta le vostre dimissioni! La nostra protesta è per il diritto al pluralismo e la libertà di espressione. Il satanismo (forse) è pluralismo e libertà di espressione? La rappresentazione della disperazione degli spot per il canone Rai è Servizio Pubblico? Un ringraziamento speciale va alla Militia Christi, ai Templari di san Bernardo, e atutti coloro che hanno sostenuto l’iniziativa.  a cura della Redazione Papaboys
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