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Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia

GY61930016VIVIAMO NELLA PIENEZZA L’ANNO SANTO DELLA MISERICORDIA! Dio manifesta la sua misericordia nella creazione. L’uomo non esisteva. Esiste per Lui, esiste perché Lui lo ha voluto come immagine viva di sé, fuori di sé.

L’uomo vive di misericordia se dona la vita, procreandola. La famiglia ha il posto di Dio e partecipa alla misericordia creatrice del Signore generando la vita, concependola, anche quando costa sacrificio, abnegazione, rinunzia, oblazione totale di sé.

Far sì che l’altro possa esprimersi secondo tutte le potenzialità contenute nella sua natura, anche questa è misericordia. L’altro ha bisogno di noi per vivere, esprimersi, realizzare se stesso. A lui dobbiamo dare tutto di noi, anche la nostra stessa vita. Dio dona, conserva, favorisce la vita, elargendo i suoi doni di grazia, di bontà, di intelligenza, di sapienza e di ogni altra virtù. Anche noi dobbiamo dare tutto all’uomo perché possa vivere su questa terra una vita dignitosa, veramente umana.

Dio ridona la vita, perdonando la colpa. Per risollevarlo dalla sua caduta, per rialzarlo dalla sua morte sia fisica che spirituale, ha dato il suo Figlio unigenito; ha dato anche lo Spirito Santo, lo ha versato abbondantemente sull’uomo perché, avvolto dalla grazia di Cristo e dalla sua comunione, inizi il suo ritorno verso la casa del Padre.

La misericordia di Dio non è solo perdono, è elevazione alla dignità di figli adottivi nel suo Figlio Cristo Gesù, è partecipazione della sua natura divina, è quella divinizzazione della creatura che si compie in Cristo Gesù, nel suo corpo, per mezzo dello Spirito Santo. Quella che il Signore gli ha dato è una vita infinitamente superiore a quella che aveva ricevuto nel giardino dell’Eden. Tutto il cielo è messo a disposizione perché l’uomo possa vivere in abbondanza la nuova vita che ha versato nel suo seno attraverso il dono dello Spirito Santo.

Siamo chiamati ad essere collaboratori di vita per i propri fratelli; in Cristo Gesù siamo costituiti servi della misericordia del Padre. Dobbiamo donare tutti i doni spirituali che il Signore ha messo nelle nostre mani. Non si può esercitare la virtù della misericordia, se un solo dono di Dio non viene dato al mondo intero. Non si ha misericordia per l’uomo, se i doni divini e celesti non solo non vengono dati, ma anche se vengono dati in una maniera blanda, inefficace, saltuariamente, occasionalmente.

La misericordia, però, non è solamente dare il dono di Dio; è dare se stessi, consumandosi per amore, nella grazia e secondo verità. La vita dell’uomo sulla terra è spirito, è anima, è corpo e la misericordia deve essere indirizzata contemporaneamente all’anima, allo spirito, al corpo.

L’anima si alimenta di grazia. Solo la Chiesa, solo i ministri ordinati possono conferire la grazia che scaturisce dai sacramenti della Nuova Alleanza. Se quanti sono stati investiti di questa autorità e potenza non la donano, costoro non vivono la misericordia del Padre. Possono anche nutrire il corpo dell’uomo, ma loro non sono stati incaricati di nutrire il corpo, bensì l’anima. È l’anima che essi devono ricolmare di vita eterna.

Lo spirito bisogna nutrirlo di sapienza, di verità. Anche qui ci sono i ministri ordinati che sono preposti a questo incarico e devono dare il Vangelo nella sua interezza di verità. Se questo essi non lo fanno, la loro misericordia è vuota, inutile, vana, senza significato di salvezza. Nessuno può sottrarre il nutrimento allo spirito, nessuno può privare lo spirito dell’alimento della sua vita che è la sapienza di Cristo Gesù, il suo Vangelo. Chi dovesse privare lo spirito della sapienza che scaturisce dal Vangelo, costui non è uomo di carità, non ama, non è misericordioso. Ha abbandonato il fratello nell’ignoranza della verità, non gli ha consentito di aprire le porte della vita, gli ha impedito di entrare nella pienezza del mistero di Cristo Gesù, di Dio Padre e dello Spirito Santo.

Al corpo dobbiamo dare tutto ciò che serve per vivere: pane, acqua, vestito, un rifugio o tetto, un lavoro, un’ospitalità, un conforto nella malattia e nella sofferenza. Per fare questo è necessario che l’uomo vi metta tutto il suo cuore, la sua anima, la sua intelligenza, la sua volontà, la sua fortezza, la sua determinazione. Bisogna vedere ogni attività della mente e del corpo come una preparazione, come un esercizio della misericordia. Lo studio, il possesso della scienza, l’apprendistato, il continuo aggiornamento, tutto è esercizio della misericordia. Se la natura di Dio è misericordia, se l’uomo è stato creato ad immagine della misericordia di Dio, tutto deve essere vissuto, visto, preparato, perseguito come via per poter vivere al meglio la misericordia di Dio in questo mondo a favore dei fratelli.

Vergine Maria, tu che hai cantato la misericordia del Padre, mentre vivevi il tuo grande amore in favore della tua cugina Elisabetta, insegnaci il timore del Signore perché vogliamo che la misericordia di Dio si riversi su di noi e ci accompagni per tutta la vita. Tu ci aiuterai dal cielo e noi inizieremo a trasformare la nostra vita in un atto di bontà. Il Signore ci chiede di imitarlo nel dono supremo della nostra vita per la gloria di Dio e per manifestare la sua benevolenza in mezzo agli uomini, perché Lui vuole misericordia e non sacrificio, vuole il dono di noi stessi per la vita del mondo.

di Don Francesco Cristofaro

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