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Arcivescovo di Rouen: sono sconvolto, ma non lasciamoci vincere dall’odio

L’arcivescovo Rouen, mons. Dominique Lebrun, ha appreso la notizia dell’attacco contro una Chiesa della sua Diocesi a Cracovia, dove era con i suoi giovani per l’apertura della Gmg. Sconvolto, ha ovviamente deciso di tornare nella sua città. Manuella Affejee lo ha raggiunto telefonicamente per chiedergli cosa pensi di fare adesso:

Rouen

R. – C’est de crier vers Dieu et appeler tout le monde à prier vers Dieu …
Vorrei gridare a Dio e chiedere a tutti di pregare Dio, non solo ai credenti ma a tutti! Mi trovavo nella piazza centrale di Cracovia, in quella bella atmosfera di gioia, di incontro e fratellanza. Anche se in questo momento sembra difficile dire una cosa del genere, è in realtà la risposta giusta al terrorismo, la risposta giusta all’omicidio, quella di riunirsi e vivere la fratellanza e l’incontro tra i popoli … So che è difficile, ma i giovani losanno fare, i giovani vogliono farlo!

D. – Questo il messaggio che vuole dare ai giovani che ha accompagnato fino a Cracovia e che ora deve lasciare … Qual è stata la reazione dei giovani?

R. – Nous avons fait mémoire du père Popieluszko, du bienheureux père Popieluszko …
Noi abbiamo il ricordo di padre Popieluszko, del Beato padre Popieluszko: tre giorni fa eravamo sulla sua tomba con i nostri pellegrini di Rouen. Padre Popieluszko è stato assassinato nel 1984 sotto il regime comunista; abbiamo visto le immagini del suo corpo con i segni della violenza e della barbarie, nella certezza che il segno della croce è un segno di giustizia e di amore. Noi vogliamo stare dalla parte dell’amore. Credo che i giovani, che pure erano sotto shock e che ho visto con le lacrime agli occhi, decideranno di non vendicarsi …

D. – Cosa può dirci di padre Jacques Hamel?

R. – C’était 84 ans – c’est tout dire … C’était un homme qui était toujours au service …
Aveva 84 anni – è tutto dire … Era un uomo sempre disponibile, era nella parrocchia di Saint Etienne de Gouvray che avevo appena visitato; amava le persone che aveva intorno, aveva donato la vita a Dio e agli altri e l’ha fatto fino alle estreme conseguenze.

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D. – Cosa fare adesso? Cosa chiederà alle autorità?

R. – Nous allons prier et continuer à prier…
Preghiamo e continueremo a pregare: ci rinsalderemo nella preghiera. Le autorità fanno quello che devono fare e bisogna rendere omaggio alle forze di sicurezza per il loro servizio: sono sottoposte a gravi prove … Allo stesso tempo, non vogliamo chiedere allo Stato una protezione particolare; lo Stato deve assumersi le proprie responsabilità, ma io non voglio pensare di pregare con le guardie intorno: non è possibile e soprattutto non si fa in Francia. Le chiese sono sempre aperte e questo deve continuare.

D. – Mons. Lebrun, vuole aggiungere qualcosa ancora?

R. –  C’est un appel que je lance à tous les hommes de bonne volonté …
Un appello a tutti gli uomini di buona volontà: non fate di tutta l’erba un fascio, vivete nell’amore che non chiede vendetta …




Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va)

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