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Angelus, invito di Papa Francesco a fare della vita un dono generoso

1609859_740820179262922_2111442371_nCITTA’ DEL VATICANO – Il dono che le consacrate e i consacrati rappresentano per la “famiglia umana”, ma anche il sostegno a chi tutela la vita, specie se non ancora nata, e la solidarietà per le vittime della recente ondata di maltempo nel centro Italia. Tutto questo ha caratterizzato questa mattina l’Angelus di Papa Francesco, presieduto dalla finestra del suo studio in Piazza San Pietro, davanti a migliaia di persone.

Se non ci fossero le religiose e i religiosi, che portano nella vita quotidiana di ogni essere umano – che abiti nel caos di una metropoli o tra le tende di un campo profughi – la misericordia di Dio, vivendo come “icone” di Gesù, il mondo sarebbe certamente peggiore. All’Angelus, Papa Francesco riprende le fila dell’omelia appena pronunciata in Basilica, mostrando per così dire l’altra faccia della medaglia della vita consacrata, il valore pubblico di ciò che essa – afferma – “è realmente: un dono di Dio”:
“Ogni persona consacrata è un dono per il Popolo di Dio in cammino. C’è tanto bisogno di queste presenze, che rafforzano e rinnovano l’impegno della diffusione del Vangelo, dell’educazione cristiana, della carità verso i più bisognosi, della preghiera contemplativa; l’impegno della formazione umana e spirituale dei giovani, delle famiglie; l’impegno per la giustizia e la pace nella famiglia umana”.

E abbracciando idealmente tutte le religiose del mondo, aggiunge a braccio:
“Ma pensiamo un po’ cosa succederebbe se non ci fossero le suore, le suore negli ospedali, le suore nelle missioni, le suore nelle scuole? Ma pensate una Chiesa senza le suore… No, non si può pensare. Sono questo dono, questo lievito che porta proprio il popolo di Dio avanti. Sono grandi queste donne, che consacrano la propria vita e portano avanti il messaggio di Gesù!”.

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Tuttavia, ripete Papa Francesco, pur essendo le persone consacrate “lievito per la crescita di una società più giusta e fraterna, profezia di condivisione con i piccoli e i poveri”, la radice della loro specifica vocazione è comune a quella di qualsiasi credente:
“Questa offerta di sé stessi a Dio riguarda ogni cristiano, perché tutti siamo consacrati a Lui mediante il Battesimo. Tutti siamo chiamati ad offrirci al Padre con Gesù e come Gesù, facendo della nostra vita un dono generoso, nella famiglia, nel lavoro, nel servizio alla Chiesa, nelle opere di misericordia”.

Per i consacrati di tutto il mondo sono comunque mesi di una lunga vigilia, quella che sfocerà nel 2015 con l’inaugurazione dell’Anno della vita consacrata. Papa Francesco ricorda l’evento alla folla che lo ascolta dalla Piazza, invitando a circondare di sostegno e stima i religiosi, in particolare chi si appresta a diventarlo: “Perciò è necessario valorizzare con gratitudine le esperienze di vita consacrata e approfondire la conoscenza dei diversi carismi e spiritualità. Occorre pregare perché tanti giovani rispondano ‘sì’ al Signore che li chiama a consacrarsi totalmente a Lui per un servizio disinteressato ai fratelli”.

La capacità dei consacrati di essere attenti ai bisogni di chiunque trova eco ed esempio nell’attenzione di Papa Francesco verso coloro che da alcuni giorni soffrono i gravi disagi provocati, soprattutto nella parte centrale dell’Italia, dalle piogge incessanti e dai conseguenti dissesti naturali: “Il mio pensiero affettuoso va alla care popolazioni di Roma e della Toscana, colpite dalle piogge che hanno provocato allagamenti e inondazioni. Non manchi a questi nostri fratelli, che sono nella prova, la nostra solidarietà concreta, la nostra preghiera. Care fratelli e sorelle, vi sono tanto vicino”.

La Giornata della vita consacrata coincide con la celebrazione, in Italia, della Giornata per la Vita, giunta quest’anno alla 36.ma edizione. Papa Francesco ha dato ampio risalto a questa iniziativa, ringraziandone gli organizzatori e apprezzando soprattutto i docenti universitari e il loro impegno nell’aver dedicato convegni “sulle attuali problematiche legate alla natalità”:
“Mi unisco ai Vescovi italiani nel ribadire che ‘ogni figlio è volto del Signore amante della vita, dono per la famiglia e per la società’. Ognuno, nel proprio ruolo e nel proprio ambito, si senta chiamato ad amare e servire la vita, ad accoglierla, rispettarla e promuoverla, specialmente quando è fragile e bisognosa di attenzioni e di cure, dal grembo materno fino alla sua fine su questa terra”.

Il servizio è di Alessandro De Carolis per la Radio Vaticana

 

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