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Proprio tu puoi cambiare il mondo. Se diventi un ‘dispensatore’ di benedizioni!

tn.benedizioni“Quando un Sacerdote benedice, è il Signore che benedice!” – Un sacerdote anziano disse un giorno: “Per me è una grande consolazione pensare che ho benedetto molto nella mia vita, non solo i miei cari, ma tutti gli uomini, specialmente i malati, i sofferenti, i morenti, gli atei, tutti i peccatori e carcerati, tutte le persone consacrate a Dio, le anime vittime e anche i defunti in purgatorio. Ho benedetto giorno e notte, alle vol­te anche da infermo a letto, stremato di forze, e in­debolito del tutto. Quando benedicevo, sentivo la forza della benedizione anche in me stesso, e ne ero veramente grato a Dio. Chi ha visto Papa Pio XII benedire i pellegrini, non lo potrà mai più dimentica­re: quelle braccia stese, quelle mani alzate verso il cielo come se avesse voluto far scendere tutte le gra­zie sulla terra: quelle benedizioni fatte in tutte le di­rezioni, erano attimi che commuovevano i cuori! Pa­pa Paolo VI benediceva con la stessa interiorità e commozione.

Fratelli, sorelle! La benedizione di un Papa, di un Vescovo o quella di ogni Sacerdote, è qualcosa di grande e di santo.

Le mani di tutti i Sacerdoti sono mani benedicenti, quelle di un semplice Sacerdote non sono meno di quelle del S. Padre. Esse sono sta­te consacrate dalle mani del Vescovo ed unte dallo Spirito Santo: ma esse danno anche la forza dello Spirito Santo e comunicano le grazie e l’aiuto di Dio alle anime. La benedizione libera uomini e cose dal potere di Satana. “Tutta la creazione geme ancora sotto la maledizione del peccato originale”. (Lettera ai Romani). Le mani dei Sacerdoti irradiano benedi­zione sugli uomini, sugli animali e su tutto il creato, in nome di Nostro Signore Gesù Cristo.

“Lo stato sacerdotale è l’amore del Cuore di Gesù”

Questa è la frase meravigliosa che disse il S. Cu­rato d’Ars. Il Sacerdozio è nato dal Cuore amorosis­simo di Gesù, e continuerà sempre a nascere dal suo Cuore Amorosissimo. Gesù vive, agisce, prega, prov­vede, benedice ed ama nel Sacerdote. Il Sacerdote è un secondo Cristo.

Un’anima ebbe la fortuna di sentire queste parole stupende:

“Quando un Sacerdote benedice, sono IO che benedico. In questo momento scorrono su di te gra­zie in grande abbondanza dal mio Divin Cuore. IO ho dato un grande potere alla mia benedizione… “.

“Pensa che succede qualcosa di grande quando tu ricevi la benedizione di un Sacerdote. La benedi­zione è un’irradiazione della mia Santità divina… Con la mia benedizione tu ricevi amore per amare, forza per soffrire, aiuto per l’anima e il corpo. La mia benedizione contiene tutto ciò che serve ai biso­gni degli uomini. E questo deriva dall’amore infinito del mio Cuore. Se essa viene impartita e se viene ri­cevuta con grande devozione, potente è il suo effet­to! La benedizione è più grande, è infinitamente più grande di mille mondi… essa è maggiore di ogni tua aspettativa. Ogni volta che vieni benedetto, vieni di nuovo in contatto con Me, vieni santificato di nuovo, e vieni avvolto nella grazia del mio Cuore, nell’amo­re, della protezione… Cerca di essere un figlio della benedizione, e così anche tu potrai essere ovunque una benedizione per gli altri ! “.

“A questo siete chiamati, affinchè abbiate in ere­dità la benedizione ! ” (Pietro 3,9).

II Signore ha donato la sua benedizione come un ultimo atto del Suo Amore.

Cristo vuole essere sempre operante nei suoi apo­stoli benedicenti. Certo: vogliamo distinguere bene i Sacramenti dai Sacramentali. I Sacramentali non so­no stati istituiti da Cristo e non comunicano la grazia santificante, ma predispongono a riceverla, in virtù della nostra fede, nei meriti infiniti di Gesù Cristo. La benedizione del Sacerdote attinge dalle ricchezze infinite del Cuore di Gesù, e perciò ha una forza sal­vifica e santificante, una potenza esorcizzante e protettiva. Il Sacerdote celebra la S. Messa ogni giorno, amministra i Sacramenti, quando è necessario, ma può benedire continuamente e ovunque. Così pure lo può un Sacerdote malato, perseguitato o incarcerato.

Un Sacerdote incarcerato in un campo di concen­tramento ha fatto questo racconto commovente. Egli ha lavorato tanto tempo a Dachau in una fabbrica delle SS. Un giorno fu pregato da un conta­bile di andare subito in un’abitazione, costruita in una soffitta, e di benedire la sua famiglia: “Io ero vestito come un povero detenuto di un campo di concentramento. Non mi era forse mai capitato di stendere le mie braccia benedicenti con una commozione tale come in quel momento. Malgrado fossi stato marchiato da vari anni come elemento indeside­rato, reietto, di rifiuto, ero tuttavia ancora un Sacer­dote. Mi avevano pregato di dar loro la benedizione, l’unica ed ultima cosa che potevo dare ancora “.

Una contadina molto credente racconta:

“In casa mia si ha una grande fede. Quando un Sa­cerdote entra da noi, è come se entrasse il Signore: la sua visita ci rende felici.

Non lasciamo mai che un Sacerdote esca dalla no­stra casa, senza chiedergli la benedizione. Nella no­stra famiglia di 12 figli la benedizione è qualcosa di tangibile “.

Un Sacerdote: “È vero: nelle mie mani è stato messo un preziosissimo tesoro immenso. Cristo stesso vuole operare con grande forza mediante la benedizione fatta da me uomo debole. Come un tempo, Egli an­dava benedicendo attraverso la Palestina, così vuole che il Sacerdote continui a benedire. Sl, noi Sacerdo­ti siamo dei milionari non in denaro, ma nella grazia che comunichiamo agli altri. Noi possiamo e dobbia­mo essere delle trasmittenti di benedizioni. In tutto il mondo ci sono antenne che captano onde di benedi­zioni: malati, carcerati, emarginati, ecc.Inoltre con ogni benedizione che diamo, aumenta la nostra forza benedicente, e cresce il nostro zelo nel benedire. Tutto ciò riempie i Sacerdoti di ottimismo e di gioia! E questi sentimenti crescono con ogni benedizione che diamo con fede”. Anche nei nostri tempi difficili.

Caterina Emmerich parla molto seriamente su que­sto argomento: “È molto triste vedere come ai nostri giorni i Sacerdoti siano trascurati quando si tratta di benedire. Pare che essi non conoscano più il valore della benedizione sacerdotale. Molti non credono più si vergognano della benedizione, come se essa fosse una cerimonia antiquata e superstiziosa. Molti infine si servono di questa forza e grazia che Gesù Cristo diede loro, senza pensarci e superficialmente. Così perdo spesso benedizioni, ma le ricevo di quando in quando da Dio. Però, dal momento che il Signore ha istituito il Sacerdozio e gli ha conferito la potenza di benedire, spesso mi pare di morire dal desiderio di riceverla! Tutti siam un solo corpo con la Chiesa, e se ne risente la mancanza “.

Un’anima amante di Dio scrive: “Ogni benedizio­ne sacerdotale che io posso ricevere è come una nuo­va forza vitale che mi viene donata. Noi non possia­mo misurare l’effetto di una benedizione sacerdotale. Con la benedizione di Cristo cresce l’amore Suo nei nostri cuori, specialmente l’amore per la purezza… Io me ne sono convinto già da giovane. La benedi­zione di un Sacerdote risplende di luce come i raggi cocenti del sole di mezzogiorno. La benedizione sa­cerdotale è una grande grazia”. (Maria T. Meyer – Bernhold – fi 29.3.1952).

La benedizione sacerdotale frequente è una neces­sità dei tempi in cui viviamo.La benedizione sacerdo­tale non è mai stata così preziosa come oggi. Un fa­moso predicatore ha definito il nostro tempo “un’era di demoniocrazia”: effettivamente quanti demoni stanno lavorando ai nostri giorni !

Pensiamo solo a quante disgrazie capitano oggi: essi hanno origine nella potenza di Satana. Il peccato gli dà forza; e così pure le bestemmie e le impreca­zioni. Quindi, prima di tutto, è necessario allontanar­si dal Maligno, e, in secondo luogo; proteggersi con la benedizione! – Come le onde della radio incrocia­no l’atmosfera, così le benedizioni devono attraversa­re il mondo. Esse avranno un influsso benefico, ed allontaneranno l’azione malefica dei demoni. I Sacer­doti che benedicono molto, scacciano moltissimi spi­riti maligni.

Un Sacerdote dei nostri giorni scrive in questo modo convincente:

“La benedizione è l’arma del mio cuore. Io bene­dico tutti coloro che mi evitano e scansano, tutti co­loro che mi calunniano e che mi odiano. Benedico tutti gli agitatori della mia Parrocchia.

– “Insultati, benediciamo” (1 Corinti 4,12). – Ogni giorno recito l’esorcismo, ed ogni sera bene­dico la mia Parrocchia. Il segno della Croce spazia lontano e raggiunge ogni lembo della terra.Le sue braccia danno amplesso al mondo intero in tutta la sua ampiezza”.

Ci sono Sacerdoti che benedicono ad ogni ora: è un continuo atto d’amore, dell’amore infinito di Cri­sto. È sempre una nuova vittoria sul Maligno. In questo modo i Sacerdoti benedicenti possono essere continuamente delle stazioni spirituali trasmittenti. Al mondo ci sono ovunque delle antenne, cioè dei cuori che hanno bisogno di benedizioni, che deside­rano ricevere delle benedizioni, e che sono fortificati dalla forza della benedizione.

La benedizione ha bisogno di anime ricettive.

II Signore ha detto ai suoi apostoli: “In qualunque casa entrerete, dite prima: Pace a questa casa. E se lì c’è un figlio di pace, la vostra pace poserà sopra di lui: altrimenti ritornerà a voi”. (Luca 10,5).

Questo significa: Pace e bene alla casa e alle per­sone che l’abitano, a condizione che queste siano ri­cettive. Gli uomini devono chiedere la benedizione con fede. La ricettività di queste persone dipende so­prattutto dalla loro fede e dalla loro fiducia.

L’imposizione delle mani di un Sacerdote fa mira­coli. La parola di S. Marco: “Imporranno le mani ai malati e guariranno”(Marco 16,18) si è avverata mille volte, e sarà sempre così.

Un’anima vittima dei nostri giorni scrisse: “Mi è accaduto spesso di ricevere la benedizione sacerdota­le quando ero molto ammalata, e fui guarita. Alle volte avevo la febbre alta: improvvisamente essa di­minuiva. Mi sentivo più leggera, sentivo la mano be­nedicente del Sacerdote sulla mia testa, e la febbre era scomparsa” (Mamma M.T. Meyer – Bemhold).

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Naturalmente non si esclude il medico, infatti nel­la S. Scrittura si legge:”Onora il medico perchè è necessario” (Ecclesiastico 38, I).

II Vescovo Waitz scrive nel suo “Messaggio di Konnersreuth”: “Nella mia vita non ho mai osserva­to la forza della benedizione sacerdotale come in Te­resa Neumann, nei momenti di grandi sofferenze”. – Quanta forza potrebbero dare i Sacerdoti all’umanità sofferente se continuassero a benedire, ad una condi­zione, però: che, sia colui che dà la benedizione, co­me colui che la riceve abbiano una fede che sposta le montagne!

Un’anima molto provata dal dolore e malata già da molti anni disse: “Durante la mia malattia ricevo spesso la benedizione di un Sacerdote. Ogni volta sento (non posso esprimerlo in altro modo) come una forza che mi viene data per accettare la mia sof­ferenza, per abbandonarmi sempre più alla volontà del Signore, che domanda molto sacrificio. La consa­pevolezza di essere benedetta molte volte da lontano da un Sacerdote, mi dà improvvisamente forza e co­raggio per affrontare le grandi tentazioni, e le ore di profondo abbattimento. Quante volte la benedizione di un Sacerdote mi ha dato pace e tranquillità nelle lotte interiori e nelle grandi burrasche spirituali”.

Ogni segno di croce è come una consacrazione per uomini e cose. Il Sacerdote benedice sempre con la mano che forma il segno di croce. Questo ci ricorda che l’efficacia della benedizione proviene dalla morte in croce di Cristo, cioè dalla Redenzione. Essa si rin­nova sempre durante la S. Messa. Ogni segno di cro­ce irradia la Redenzione. E’ il segno del Suo Sangue, il segno della vittoria. “Consecratio mundi”, la con­sacrazione del mondo, la santificazione del mondo, stava molto a cuore a Sua Santità Papa Pio XII. Il dono della salvezza è sempre dato dalla Croce di Cristo.

Per mezzo del segno della croce, impartito da un Sacerdote, vengono benedetti non solo gli uomini, ma anche le cose, i luoghi e il lavoro. Come sono meravigliose le preghiere usate dalla Chiesa per le bendizioni alle mamme, ai bambini, ai malati, ma anche all’acqua che si benedice, alle case, alle stalle, alle officine, agli attrezzi di lavoro, ai prodotti del la­voro, ai mezzi di trasporto di ogni specie, ai trattori, alle automobili ed agli aeroplani. Noi dobbiamo be­nedire ogni mezzo che ci serve per il nostro lavoro giornaliero, dobbiamo, per così dire, consacrarlo al servizio di Dio. Ogni segno di croce ha efficacia sal­vifica, tanto più se proviene dalla mano consacrata del Sacerdote, in nome della Chiesa.

È una cosa stupenda che un Sacerdote, di giorno e di notte, alzi molto spesso le sue mani consacrate per benedire. Da questa benedizione scorre una for­za esorcizzante contro il Maligno, una forza salutare per i corpi e santificante per le anime! Le mani di un Sacerdote non dovrebbero mai stancarsi di benedire: esse possono sempre benedire in nome della Chiesa. È sempre lo stesso Signore che benedice in loro, be­nedice con le sue Mani trafitte, da cui scorre il San­gue del suo Amore.

L’autore di questo libretto benedice molte volte al giorno i lettori dei suoi scritti.

Anche la Madonna apprezzava la benedizione del Sacerdote.

Nel libro: “La mistica città di Dio” di Maria D’Agreda si legge: “La Madonna chiedeva ogni gior­no la benedizione degli Apostoli. All’inizio essi si schermivano dal compiere questo atto verso Maria, che veneravano come la loro Regina e Madre del loro Maestro. Ma la Vergine piena di saggezza face­va loro capire che, come Sacerdoti e servitori del­l’Altissimo, erano in dovere di impartirLe la benedi­zione. Ella spiegava loro la grande dignità e i compiti che spettavano loro. Ora, in questa gara, si trattava di sapere chi fosse il più umile: e si sapeva in parten­za che nessuno poteva essere più umile di Maria. Co­si gli Apostoli si rendevano conto di doverlo fare ed erano ammaestrati dall’esempio della Vergine”.

Tutte le mani dei Cristiani sono mani atte e benedire

Il potere di benedire che hanno i Sacerdoti fa parte del loro ufficio, in nome e per incarico della Chiesa; ma anche i laici possono benedire in nome della loro fede nella Croce ed in nome di Gesù Cri­sto. Essi possono benedire come membri attivi dei Corpo mistico di Cristo (Battesimo), e come tempio dello Spirito Santo (Cresima). Ogni cristiano si segna con il segno di croce. Ogni volta che fanno un segno di croce sopra di sè, benedicono i loro propri pensie­ri, le loro parole e la loro volontà.

I cristiani possono benedire anche gli altri con un segno di croce. S. Francesco d’Assisi dava la sua be­nedizione, che divenne famosa, e fu scritta come un testamento autografo per i secoli futuri:

“Il Signore ti benedica e ti custodisca: ti mostri la sua faccia e abbia misericordia di te;

rivolga a te il suo volto e ti dia pace. Il Signore ti dia la sua santa benedizione”.

I genitori sono chiamati per primi a benedire. Nella S. Scrittura si legge: “La benedizione del pa­dre consolida la case dei figli”. (Ecclesiastico 3,11).

Ciò che è benedetto dai genitori è benedetto da Dio. Inoltre la forza della benedizione dei genitori è parte integrante del mistero della loro missione crea­trice. Essi collaborano con Dio alla creazione, ed hanno non solo la grande responsabilità della crescita fisica dei loro figli, ma anche di quella morale e spi­rituale.La benedizione dei genitori ha origine lonta­ne nel mistero della missione sacerdotale. Infatti S. Paolo, nelle “Lettere agli Efesini” (5,31 – 32) dice:”L’uomo abbandonerà il padre e la madre sua, e sta­rà unito a sua moglie” … “Questo sacramento è grande”. Uomo e donna vengono consacrati come padre e madre nel sacramento del matrimonio.

S. Agostino dice che essi ricevono una forza sa­cerdotale che non verrà loro più tolta. Il potere e la forza di benedire fanno anche parte della dignità del posto che i genitori occupano come rappresentanti di Dio. Dio stesso sta dietro a loro. Egli conferma ed esaudisce i loro desideri, quando benedicono. La be­nedizione dei genitori è come il “sacramentale del focolare domestico”. Dal momento che la benedizio­ne dei genitori è tanto importante, padre e madre devono benedire fin dal primo giorno, già quando la madre sente la nuova vita sotto il suo cuore. Pieni di fede e fiducia, essi devono benedire con l’acqua san­ta i loro figli, facendo un segno di croce e dicendo “Per l’intercessione di Maria, ti benedico, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen”.

Nelle nostre famiglie cattoliche dovrebbe esserci questa regola

Genitori, benedite ogni giorno!

Una mamma disse: “Se il mio bambino si abitua già da piccolo a ricevere la benedizione dei genitori, ar­rivato a 14 anni gli sembrerà una cosa naturale farsi benedire dal papà e dalla mamma prima di andare a letto”. Perciò cari genitori, ogni giorno, sia alla mattina che alla sera, benedite i vostri figli. Benediteli in modo speciale il giorno della loro prima Comunione. Quando un vostro figlio parte, beneditelo e non di­menticatevi mai di benedire i vostri figli anche quan­do saranno lontani. “La benedizione dei genitori ol­trepassa i monti e le valli, raggiunge i vostri figli ovunque si trovino”. Benediteli con l’acqua santa e con un segno di croce anche nel giorno del loro ma­trimonio, e specialmente nell’ora della loro morte. Questa ultima benedizione contiene tutte le altre be­nedizioni impartite durante tutta la vita, ed accompagna i vostri figli nel loro cammino qui sulla terra. Per questo motivo S. Cipriano disse: “Non abbandonate la vostra corona! Non mettete da parte la stola, voi che siete i Re ed i Sacerdoti della famiglia”.

Anche i nonni ed i bisnonni hanno la stessa facol­tà di benedire i loro nipoti, così pure gli educatori e le educatrici, e anche i fidanzati ed i coniugi. I coniu­gi, per esempio, dovrebbero segnarsi a vicenda sulla fronte. Con questo atto si fortificano, sciolgono delle tensioni burrascose, padroneggiano le loro passioni focose, santificano il corpo e l’anima.

Un’eletta mamma anziana, fa questa commovente testimonianza: “Reverendo, io ho sempre cercato e chiesto di cuore la benedizione del Sacerdote, ma an­ch’io benedicevo giorno e notte, quando stavo lavo­rando o riposando, se avevo delle preoccupazioni o delle gioie, quando ridevo o piangevo. E lo facevo sempre in nome di Gesù! Alle volte la mia mano de­stra si muoveva, nelle situazioni difficili della vita, senza che io me ne accorgessi, e come di nascosto, unita alla “Sua mano”. Il segno di croce è sempre stata la mia arma e il mio aiuto. Anni fa rimasi vedo­va improvvisamente. Persi un ottimo marito, con cui avevo vissuto anni veramente felici. Rimasi con un figlio minore di 4 anni, una proprietà di 150 ettari di terreno, 20 operai e le mie mani deboli. Per fortuna, grazie a Dio, avevo una grande fiducia in Dio. Allo­ra, disperata, gridai: “Signore, adesso accompagna­mi, dammi la Tua Mano, e camminiamo insieme. Nessuno può nè deve sapere come noi andiamo in­sieme, e perchè ci teniamo per mano. Io non ho altro che la Tua Mano e la Tua volontà; io non cerco di far altro che il mio dovere verso tutti gli altri”. Così, pregando e benedicendo, amministrai i miei beni. In casa, in cortile, nei campi, nei prati e nei boschi, io continuavo a fare dei segni di croce. Bene­dicevo il tempo secco, quello umido, la grandine (al­le volte era il 900!) e le deformità. Benedicevo gli operai e le loro abitazioni, benedicevo le stalle nella buona e nell’avversa fortuna, benedicevo i miei cari, i ragazzi, e lo facevo giorno e notte. Più tardi, quan­do andavano a scuola ed arrivavano a casa.

Quando erano piccoli, di notte facevo loro un segno di croce sulla fronte, anche quando dovettero andare al fronte!

Quanto ho benedetto da quel giorno! Ogni sera andavo nella loro camera e li benedicevo da lontano. E se davo loro la mano, come saluto o come segno di commiato, allora facevo un piccolo segno di croce sulla loro fronte e una nella mano vuota. La sera an­davo davanti ad una cappella della Madonna, prega­vo e benedicevo nella direzione dove sapevo che era­no. (Essi erano in un paese nemico).

Bombe e guerra, necessità e saccheggi passarono come un miracolo vicino alla vecchia proprietà pater­na. Io riuscivo ad andare avanti a sopportare tutto, a superare tutto, e a saldare i miei conti. Riuscii a co­struire delle belle abitazioni per gli operai: cercavo pure di far piacere a Dio, facevo varie offerte alla Chiesa. Riuscii a dare un’istruzione ad ogni figlio, e a dar loro lavoro per decenni alle brave famiglie de­gli operai, che erano numerose. Io penso che tutto sia dovuto solo alle benedizioni di Dio che imparti­vo. Dovevo tutto a quella mano nascosta che mi gui­dava notte e giorno, e che benediceva con me. Mal­grado tutte le difficoltà che dovetti affrontare in quelli anni, fu una bella vita benedetta, che condivisi con Gesù”.

E alla fine questa signora ha scritto questa frase meravigliosa:

“Siccome noi cattolici dobbiamo pensare ed ama­re in senso universale, così da lontano io facevo pure dei segni di croce sul Papa, i Vescovi e Sacerdoti, sui nostri teologi e anche sulle regioni di diaspora. Que­sto è il segreto che conservai nel mio cuore, e che, alla fine della vita, volli confidare ad un Sacerdote”.

Nel frattempo la mano amorosa di Dio ha dato a quest’anima eletta una grave malattia. Ma lei conti­nuava a benedire. Sì, la sua benedizione sarà resa dieci volte maggiore, sarà moltiplicata per cento!

Il segno di croce significa ritornare a Cristo

Con la sua morte in croce per amore dei peccato­ri Cristo ha levato dal mondo la maledizione del pec­catore. L’uomo però continua sempre a peccare e la Chiesa deve sempre aiutare ad effettuare la Reden­zione in nome del Signore. Eciò avviene in modo particolare per mezzo della S. Messa e dei Sacramen­ti, ma anche per mezzo dei Sacramentali: benedizioni dei Sacerdoti, acqua santa, ceri benedetti, olio bene­detto, ecc.

Ogni segno di croce fatto con fede è già un segno di benedizione. La croce irradia una corrente di be­nedizione per tutto il mondo, per ogni anima che crede in Dio e nella forza della croce. Ogni uomo unito a Dio può compiere la Redenzione ogni volta che fa un segno di croce.

Il segno di croce è il segno del Sangue di Cristo. La croce è il segno che irradia sempre amore, ri­porta Cristo: si, il segno di croce significa andare a Cristo, e per mezzo suo al Padre. Chi ha la fede di un bambino, lo potrà capire.

Già dall’inizio i cristiani benedicevano se stessi e gli altri con il segno della croce. Anche Tertulliano ne parla. Così pure noi dovremmo fare il segno di croce molto più spesso su di noi e sugli altri, e con molto rispetto, con fede profonda. Esso è il segno dell’amore più sublime, è il segno della vittoria conti­nua: “In questo segno vincerai”.

La benedizione appartiene assolutamente ai cristiani. Il Signore ha detto: “In verità, in verità vi dico: Qualunque cosa domandiate al Padre nel nome mio, ve la concederà” (Giov. 16,23). Dunque: là dove c’è il nome del Signore c’è la benedizione; là dove c’è il segno della sua S. Croce, là si trova aiuto.

“Tu ti lamenti della cattiveria del mondo, o della mancanza di riguardo e dell’incomprensione della gente che ti circonda. La tua pazienza ed i tuoi nervi vengono messi a dura prova e spesso ti scappano, malgrado le migliori intenzioni. Trova una buona volta il mezzo e la ricetta della benedizione giornalie­ra (Padre Kieffer O. Cap.)

Prendi ogni mattino un po’ d’acqua santa, fà un segno di croce e dì: “In nome di Gesù benedico tut­ta la mia famiglia, benedico tutti coloro che incontre­rò. Benedico tutti coloro che si raccomandano alle mie preghiere, benedico la nostra casa e tutti coloro che vi entrano ed escono.

Ci sono moltissime persone, uomini e donne che lo fanno ogni giorno. Anche se questo atto non si sente sempre, esso ha sempre un effetto positivo. La cosa principale è questa: fare il segno di croce adagio e dire la formula di benedizione con il cuore!Oh, quante, quante persone ho benedetto!”. “Così disse la moglie di un tenente colonello, Maria Teresa Meyer­Bernhold: “Io ero la prima che si alzava in casa mia: benedicevo con l’acqua santa mio marito, che stava ancora dormendo, pregavo spesso china su di lui. Poi entravo nella camera dei bambini, svegliavo i piccoli, ed essi recitavano le preghiere del mattino a mani giunte e ad alta voce. Poi facevo loro un segno di croce sulla fronte, li benedivo e dicevo qualcosa sugli Angeli Custodi.

Quando tutti erano usciti di casa, padre e figli, al­lora ricominciavo a benedire. Andavo per lo più in ogni camera, implorando protezione e benedizioni. Dicevo anche: “Mio Dio, proteggi tutti coloro che mi hai affidato: tienili sotto la tua protezione pater­na, con tutto ciò che posseggo e che devo ammini­strare, poichè tutto appartiene a Te. Tu ci hai dato tante cose: conservale, e fà che esse ci servano, ma che non siano mai occasione di peccato”.

“Quando in casa mia ci sono ospiti, io prego pa­recchie volte per loro, prima che entrino in casa mia e mando loro la benedizione. Spesso mi fu detto che da me c’era un qualcosa di speciale, si sentiva una gran pace. Spesso succedeva che delle signore dice­vano: “Maria, ho potuto rimettermi spiritualmente in casa sua, la ringrazio di cuore. Com’è bello poter credere come lei. Noi non ci la facciamo, siamo po­veri. Lei è più felice di noi; noi lo sentiamo quando siamo da Lei. Preghi per noi! Ci benedica!

Queste parole le sentii dire da credenti e da non credenti. Tutti lo sentivano e l’esprimevano. Benedi­zione e preghiera: questo è il grande oceano con l’ac­qua salutare, per cui le anime trovano la pace. Che impressione faceva alla mia anima vedere queste po­vere persone davanti a me, che dimenticavano per un istante chi erano, capivano che la ricchezza non diceva loro «più nulla. E mi guardavano con un’e­spressione implorante aiuto.

Quanto amavo queste anime che sapevano poco o nulla della vicinanza di Dio! lo avrei voluto abbrac­ciarle nel mio cuore, e promisi di pregare per loro. Ma feci di più: feci dei sacrifici per loro, le benedissi con il cuore che apparteneva tutto a Dio.

Sulla strada, quando uscivo per fare degli acquisti o altro, io benedicevo molte persone che passavano vicino a me. Benedicevo specialmente le donne e gli operai” “Se ero fuori città, allora il mio amore anda­va alla natura, a tutto ciò che stava per maturare, ai fiori. Oh, quanto ne ho benedetto! – Anche le Chiese benedicevo volentieri. Quante volte dissi: “Padre, be­nedici la Tua Casa! Proteggila! Fa’ che i cuori raffred­dati delle anime che abitano le metropoli siano irra­diati dalla Tua Luce! Chiama gli uomini a Te!

Di notte mi alzo volentieri e benedico dalla fine­stra. Benedico le preoccupazioni degli uomini, i loro dolori. Benedico verso Roma, da cui viene tanta be­nedizione. Io benedico Lei, con i suoi parrocchiani, i seminari. Benedico le anime che mi sono state racco­mandate, le carceri, i morenti, tutti coloro che sono in pericolo. Guardo il firmamento e benedico le stel­le della volta celeste. Così, nel silenzio della notte, io benedico spesso e a lungo. Non è molto quello che le ho detto, ma io ho sentito in me e negli altri che le benedizioni hanno una gran forza viva e, che è sem­pre valido un detto: ” Tutto dipende dalla benedi­zione… “. Voglia Dio che la mano di un Sacerdote mi benedica nell’ora della mia morte, poichè io ho

amato tanto le benedizioni e nella mia vita ho conti­nuato a benedire”.

Il Signore ha esaudito questo suo desiderio: il 25 marzo 1952 lo stesso S. Padre le mandò una benedi­zione personale. Lo stesso giorno ricevette la visita del Vescovo ausiliare di R.; due Sacerdoti novelli le diedero varie volte la benedizione, e anche il 29 mar­zo, giorno della sua morte, un Sacerdote era al suo capezzale.

La forza della sua benedizione era tangibile la baronessa Ancilla von Gebsattel, anima eletta, che morì in Germania, ad Altótting, in odore di santità il 3 novembre 1958, entrò all’età di 60 anni come Suo­ra nella Congregazione di S. Ludovico Maria Gri­gnion. Essa guidò le Suore del suo convento durante gli ultimi cinque anni della sua vita. Una sua conso­rella scrisse commossa: “È ancora come ce fosse og­gi, e non lo dimenticherò mai, quando fui benedetta per la prima volta da Madre Ancilla. Questa benedi­zione penetrò a poco a poco in me. Le poche parole sull’abbandono e l’accettazione della volontà di Dio, che essa mi rivolse, mi diedero molto coraggio e for­za, e mi accompagnarono durante la mia malattia. Fu all’inizio della malattia, ed io non pensavo di do­ver trascorrere due anni in un sanatorio”.

Un’altra Suora scrive: “La sua mano benedicente fu una caratteristica della sua vita. Benediceva con ri­spetto, come sanno fare solo le anime sante. Quando non poteva più parlare e non aveva quasi la forza di ricevere visite, noi potevamo sempre andare giornal­mente da lei per ricevere la sua benedizione”.

Quando io le parlai dell’efficacia della sua benedizio­ne, cercò di diminuirne l’importanza, dicendo: “Non ero io: era la Madonna”.

Il nostro tempo ha bisogno di molte, molte benedizioni!

Benedizioni di Sacerdoti e di laici. Noi viviamo in un tempo pieno di dolori, oppresso, congestionato e pieno di pericoli? Anche il S. Padre ne ha fatto spes­so allusione. Sì oggi gli uomini hanno bisogno di es­sere benedetti spesso, in nome e con il segno di Ge­sù Cristo. Ci sono diversi Sacerdoti e anche laici che implorano ogni giorno la benedizione di Dio su tuoi gli uomini, sugli affamati ed oppressi, sui persecutori ed i perseguitati, sui deboli ed i peccatori, su tutti i Sacerdoti e religiosi, sulla diaspora, sui missionari e le loro missioni, sulla Chiesa di Dio e su tutti i popo­li della terra. In ultimo poi, essi benedicono tutte le anime del Purgatorio. Ogni mattina ed ogni sera, essi prendono l’acqua santa e gettano l’acqua verso le quattro parti del mondo, e benedicono con il pollice o con una crocetta, dicendo: “Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo, benedite tutti gli affamati e gli oppressi, ecc…, per mezzo di Maria, la Mediatrice di tutte le grazie!”. Con il Battesimo e la Cresima Cri­sto ci ha uniti intimamente a sè ed alla Sua missione. Perciò ognuno può benedire, perciò ognuno dovreb­be benedire continuamente!

“L’Unione Mariana di Benedizione”, che fu ap­provato dalle autorità di Paderborn, riunisce Sacer­doti e laici di tutti i distretti della Germania e di altri stati che sotto l’intercessione di Maria, hanno deciso di benedirsi a vicenda da lontano, specialmente ogni sera alle 21. Queste anime benedicono anche tutti i Sacerdoti ed i religiosi di tutto il mondo. Questo è l’apostolato meraviglioso delle benedizioni, da cui scorrono molte grazie e molta forza. Anche tu ne puoi far parte:

In Germania: Segretariato MSK e V. Sede Centrale Untere Bergstrase, 7

D – 5419 LEUTEROD 1 Westerwald

In Austria: Elisabeth Wimmer – Segretario MSK C. Post. 210 – A – 5020 SALZBURG

In Italia: Segretariato U. M. B. C. Post. 1 – I-39012 – MERANO (BZ)

Ci sono quasi 400.000 Sacerdoti su tutto il globo terrestre e ci sono più di 600.000.000 di cattolici. Che forza benedicente c’è in tutte queste anime! Esse po­trebbero diventare un’armata vincente, ma ogni gior­no questa grazia benedicente dovrebbe essere adope­rata da un cuore pieno di amore e di fede. Ti prego: di­venta anche tu un dispensatore di benedizioni!

Signore, dammi delle mani che sappiano benedire, senza macchia e pure, che possano impartire la Tua Benedizione su tutto il mondo !

Formala di benedizione che può essere usata anche dai laici

La direzione della “Unione Mariana di Benedizio­ne” consiglia di prendere una piccola croce, per esem­pio quella del Rosario, e di fare un segno di croce ver­so le quattro parti dei mondo, dicendo: “Per intercessione della Beatissima Vergine Maria e Madre di Dio vi benedica Dio Onnipotente, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Amen “.

Altra formula che la Chiesa usa quando benedice

La benedizione del Padre e l’amore del Figlio e la forza dello Spirito Santo, la protezione materna della Regina del cielo, la paternità di S. Giuseppe, l’assistenza di tutti gli Angeli, l’intercessione di tutti i Santi, il desiderio ardente di vedere Dio, che provano le anime dei defunti in Purgatorio, sia con te e con i tuoi, e ti accompagni ovunque ed in ogni tempo! Amen.

Una formula di esorcismo e benedizione “Ecco la croce del Signore: fuggite schiere nemi­che, ha vinto il leone della tribù di Giuda, la stirpe di Davide. Alleluja! “

Oppure:

“Per mezzo delle mani di 400.000 Sacerdoti del­l’orbe cattolico giunga la benedizione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo su di voi e su tutti gli uomini della terra”.

Pensiero del mattino

In nome e con la benedizione del Padre e del Fi­glio e dello Spirito Santo comincio la mia giornata di lavoro.

In nome di Gesù benedico ogni persona con cui parlerò oggi, ogni persona che incontrerò.

In nome di Gesù benedico anche tutte le persone che pensano a me. A loro vada la benedizione del Signore.

Alla sera

Gesù, benedici con la Tua potenza divina tutti co­loro a cui ho pensato. Gesù, degnati pure di benedi­re tutti coloro che hanno pensato a me. Sia gloria ed adorazione a Dio Padre, al Figlio ed allo Spirito San­to nei secoli dei secoli. Amen.

Dio ti benedica!

Quando esci di casa, porta con te una mano be­nedicente!

Di’, nel silenzio della tua anima, a coloro che so­no con te e che incontri: Dio ti benedica!

Essi saranno benedetti e porteranno la loro croce con più facilità.

(Padre Roche S J)

Giorno e notte benedico tutti i cari lettori di questo libretto e gli eletti propagatori che lo fanno conoscere in questo tempo calamitoso:

   l’autore riconoscente don Alfonso maria Weill 8303 Oberroning (Germania)

Non dimenticate di pregare ogni giorno per i Sacerdoti, per coloro che sono tali, per per tutti coloro che lo erano, per tutti coloro che lo saranno! Un eterno grazie! Dio ve ne randa Merito!              www.preghiereagesuemaria.it

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