Pubblicità
HomeSpecialiGMGSiamo qui, sotto la stessa luce, sotto la sua croce, cantando ad...

Siamo qui, sotto la stessa luce, sotto la sua croce, cantando ad una voce: Emmanuel!

Sempre presenti! E non abbiamo intenzione alcuna di dimenticarci quella nostra partenza. Anzi, la vogliamo rivivere oggi, con questo resoconto e due video, proprio per sentire ancora battere forte il cuore!

Diciassette anni fa la Chiesa a Roma si apprestava a vivere un momento indimenticabile. La notte del 19 e la mattina del 20 agosto dell’anno santo del 2000 nella spianata di Tor Vergata oltre 2 milioni di giovani provenienti da  tutto il mondo partecipavano alla 15.ma Giornata Mondiale della Gioventù convocata all’alba del Terzo Millennio da san Giovanni Paolo II.
ANSA193683_ArticoloRipercorriamo quel memorabile evento nel servizio di Paolo Ondarza per la Radio Vaticana.

Campeggia ancora sulla spianata di Tor Vergata la grande croce della Veglia della Gmg del 2000. Un ricordo visibile di quella festa della fede convocata da Giovanni Paolo II e partecipata da oltre 2 milioni di giovani. Sono le “sentinelle del mattino”, così ribattezzate dal Papa Santo dei nostri giorni: oggi trentenni o quarantenni conservano e vivono l’attualità dell’invito rivolto loro in quell’occasione a volare alto e a scorgere nell’innato desiderio di verità, bellezza e gioia, racchiuso nel cuore di ogni uomo, il volto di Cristo:

“In realtà, è Gesù che cercate quando sognate la felicità. E’ Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare. E’ Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna”.
.

.
Fu un vero e proprio dialogo: ai cori dei giovani rispondevano le parole di Giovanni Paolo II che metteva in guardia da vecchie e nuove ideologie, indicando mete alte, l’esempio dei santi e dei martiri:

“Forse a voi non verrà chiesto il sangue, ma la fedeltà a Cristo certamente sì. Una fedeltà da vivere nelle situazioni di ogni giorno. Penso, per esempio, ai fidanzati, alla loro difficoltà di vivere nel mondo di oggi e vivere la purezza nell’attesa del matrimonio; penso alle giovani coppie ed alle prove a cui è esposto il loro impegno di reciproca fedeltà; penso ai rapporti tra amici e alla tentazione della slealtà che può insinuarsi tra loro”.

Il messaggio sempre giovane del Vangelo è il filo che lega in modo così stretto il Papa ai giovani…

“C’è un proverbio polacco: (parole in polacco), vuol dire: Se tu vivi con i giovani, dovrai diventare giovane anche tu! (applausi) Così ritorno ringiovanito! (applausi)”

Quelle parole, quei canti, quel “chiasso” risuonano ancora oggi in tutta la loro attualità.

“Questo chiasso l’ha sentito tutta Roma e non lo dimenticherà mai! (applausi)”
.

.

E come dimenticare? Ester e Giovanni quel giorno a Tor Vergata c’erano, avevano 18 e 13 anni:

R. – Ricordo soprattutto il fermento che abbiamo vissuto come ragazzi, nell’accoglienza dei pellegrini che venivano da tutto il mondo, andando anche a pulire i posti dove avrebbero dormito: le scuole, le parrocchie… Insomma c’era un grande spirito di accoglienza e fraternità.  Del Papa ricordo questa grande dignità nel portare la malattia. Questo mi colpì molto insieme alle parole di coraggio che ci ha dato. Ci ha spinto a non rimanere legati alle nostre paure, ma ad appoggiarci totalmente  a Gesù Cristo.

R. – Ricordo questo grande fiume di giovani che in modo ordinato, ma con tanto entusiasmo, manifestavano la contentezza di essere lì. Ricordo questa frase del Papa che disse: “Non siete la somma delle vostre debolezze”. Io sentii questa frase, mi rimase nel cuore, ed oggi mi aiuta nei momenti di scoramento, di difficoltà.

D. – Ed è un’eredità da conservare, da tramandare?

R. – Nei momenti più difficili mi sono sempre ricordata di queste parole, di prendere il largo, di non avere paura. Mi ha dato anche il coraggio per sposarmi, di avere figli. Gesù Cristo ci ha aiutato.

R. – E’ una verità da conservare, da tramandare e da valorizzare giorno per giorno nella vita: la Gmg è un dono prezioso che è stato fatto alla Chiesa, un’ intuizione dallo Spirito Santo.

E ora lo sguardo vola a Cracovia, nella terra di san Giovanni Paolo II, dove il prossimo anno i giovani di ieri e quelli di domani, vivranno con Francesco la gioia della prossima Giornata Mondiale della Gioventù.

SCRIVI UNA RISPOSTA

Scrivi il commento
Inserisci il tuo nome